Nelle ultime ore il caso più dibattuto è stato certamente quello relativo al tumultuoso rapporto tra Mauro Icardi e la tifoseria nerazzurra. Ha detto la sua anche la popolare blogger del Fatto Selvaggia Lucarelli: ecco alcuni tratti salienti del suo pensiero, espresso sui social.
"Dunque. Icardi è uno che ha grossi problemi con le curve, e questo l'abbiamo capito. Che siano quelle bionde della Wanda o quelle nerazzurre allo stadio, 'sto ragazzetto, con tutto quello che non va dritto, ha un karma sinistro. Chiarito questo, vorrei premettere che in tutta questa buffonata di vicenda sulla sua autobiografia e l'isteria della curva io sto con Icardi, con qualche dovuta premessa. Icardi è un coatto. Non credo gli se ne possa fare una colpa.
Ha 23 anni, è nato in un quartiere in cui si impara prima a tirare il grilletto che il latte dalla tetta di mamma, è cresciuto inseguendo un unico ideale: infilare il pallone in una cazzo di porta. È il marito di una tizia più truzza di lui che non solo l'ha reso padre di 4 figli di cui tre non suoi ma gli ha anche più o meno detto: "Se vuoi cambiare squadra o mutande devi prima chiedere a me". Bene. Fatte le dovute premesse passiamo all'accaduto. Icardi, a 23 anni, scrive un'autobiografia. L'ha scritta pure Salvo Riina un'autobiografia, non vedo perché lui no. In un capitolo racconta di quella volta in cui dopo una partita regaló la maglia ad un bambino. Secondo Icardi un capo ultrà prese quella maglietta e gliela ritiró dietro con disprezzo. Allora lui insultó il capo ultrá per poi arrivare a dire che se ci fossero stati problemi con la curva avrebbe fatto arrivare dall'Argentina suoi amici criminali e avrebbe fatto fuori tutti. È Icardi che lo racconta nel suo libro eh, non qualcun altro. È Icardi stesso che decide di raccontare un aneddoto da cui viene fuori come un truzzo da favelas, non qualcuno che ha deciso di sputtanarlo.
In più, qualche passaggio dopo, ammette di aver fatto una cazzata e di aver sbagliato i toni ("Avevo usato dei toni minacciosi contro la tifoseria e non avrei dovuto farlo", scrive) , per cui ora qualcuno mi deve spiegare quale sia il problema.
[...] Riguardo la veridicità o meno dell'episodio è la loro parola contro quella di Icardi e non vedo perché una società dovrebbe credere a un branco di trogloditi anziché al suo capitano che in fondo ha raccontato un aneddoto da cui usciva ben peggio della curva e per cui ha chiesto pure scusa. O meglio. Lo capisco eh. Non mi fate così scema. Le società sono schiave degli ultras e se gli ultras decidono che Icardi è un pezzo di merda e che da domani sulla maglia dell'Inter va scritto "Andiamo a comandare" anziché Pirelli, la società annuisce ed esegue. Roba che se Icardi è il maggiordomo di Wanda, Thohir è il cane da riporto della curva. Deve essere brutto dover abbassare la testa di fronte a gente così, lo capisco, ma è ancora più triste vedere tanti colletti bianchi fare pippa, come si dice a Roma, di fronte alla tracotanza di qualche buzzurro con la sciarpa legata in testa. (soldatino Zanetti in testa)
Che poi, 'sti buzzurri, sono quelli che riempiono le curve sì, ma convincono pure tanta gente per bene a stare a casa, fattore di cui le società si dimenticano facilmente. E a torto.
Icardi è stato minacciato, insultato, fischiato, aspettato sotto casa. Roba che è dovuta intervenire la DIGOS. La curva non lo vuole più come capitano e del resto la capiamo. Icardi non rappresenta più i noti valori degli ultras, ovvero "noi possiamo insultare, minacciare e fare qualche cazzo ci pare, società e calciatori tutti muti". E così è andata. La società multerà Icardi non si capisce bene perché a parte la nota ragione ideologica "mettiamoci a pecora", Icardi ha chiesto scusa non si sa bene di che (forse per il selfie in sala parto con la moglie) e l'autobiografia verrà ritirata".