Gravina e Dal Pino avevano avvisato: lo spumante di fine giugno poteva restare in frigo perché il “calcio d’inizio” sarebbe stato solo il punto di partenza di un lungo percorso. Riportare la gente negli stadi è la vetta da raggiungere, ma nonostante due mesi di cammino sembra ancora una scalata all'Everest. Il corovonavirus non si arrende: i 1108 casi degli ultimi due giorni (ieri 479) ci riportano ai numeri di metà maggio, quando il Paese era appena uscito dal lockdown. 

Riapertura stadi, ecco la situazione in Serie A

Il presidente della Figc e il numero uno della Lega Serie A hanno appreso con una certa preoccupazione della chiusura immediata delle discoteche. «Ho difficoltà a pensare a luoghi all’aperto con la musica e migliaia di persone e poi alla premiazione del campionato senza un tifoso...» disse Dal Pino il 30 luglio prima di Juventus-Roma. Sembra un paradosso, ma la movida rappresentava un test per far tornare alla normalità anche il calcio. «Con tutti questi assembramenti perché la riapertura degli stadi, con mascherina e distanziamento interpersonale, dovrebbe creare problemi?» questo il ragionamento che ispirava i vertici del pallone durante i colloqui con il Cts e con il ministro Spadafora. Come riporta il Corriere dello Sport, le nuove “misure di contenimento e gestione dell’emergenza sanitaria”, in aggiunta ai dubbi sulla riapertura delle scuole a settembre, riportano tutto nella fase dell’incertezza. Con una spada di Damocle che aleggia sopra le teste: senza botteghino i club perdono in media il 14% del fatturato totale. Oltre alla passione della gente, l'essenza dello spettacolo.

Serie A e riapertura stadi: ecco le date

Il 10 luglio la Lega calcio aveva elaborato un protocollo per proporre una parziale riapertura degli impianti al fine di ottenere l'ingresso fino a 1/3 della capienza. Il documento non è stato nemmeno preso in considerazione dagli scienziati. In Figc continuano a sperare di togliere i lucchetti per la terza giornata della Serie A 2020-21, cioè nel weekend del 3 e 4 ottobre. Questo gioverebbe anche alla Nazionale, impegnata nell’amichevole di mercoledì 7 contro la Moldavia a Parma e nella terza partita di Nations League contro l’Olanda, il 14 a San Siro. Italia-Bosnia del 4 settembre a Firenze sarà a porte chiuse, con gli avversari che potranno atterrare in Italia effettuando un tampone 48 ore prima della partenza come previsto dal dpcm del 7 agosto.

Tifosi nei ritiri estivi dei club di Serie A: i dettagli

A settembre c’è il rischio di vivere un’Italia sportiva a più velocità. Con il decreto è stata concessa la partecipazione del pubblico fino a un massimo di 1000 spettatori all’aperto e fino a 200 negli impianti al chiuso, sulla scia di quanto avviene in teatri e cinema, ma ai presidenti delle regioni è consentita la “deroga” per far accedere più fan (previa approvazione di un protocollo) in eventi che si svolgono sullo stesso territorio come gli Internazionali di tennis a Roma o il GP di Formula 1 a Imola. Accadrà la stessa cosa nei ritiri: il Napoli e la Lazio, ad esempio, stanno lavorando in sinergia con i politici locali per avere accanto i propri tifosi – ingressi contingentati e posti da prenotare – nei giorni della preparazione pre-stagionale. Queste modalità difficilmente potranno essere adattate ai campionati nazionali, altrimenti si rischia una tale disparità di trattamento (partite con 10 mila tifosi, altre con 1000, altre ancora a porte chiuse a seconda della "sensibilità" dei governatori) da mettere a repentaglio la regolarità dei tornei. Per giocare nelle giovanili o tra i dilettanti davanti a 1000 spettatori, invece, non servono nemmeno i tamponi. Mentre i professionisti torneranno in campo il 19 settembre probabilmente senza tifosi, sottoponendosi costantemente a nuovi test e seguendo rigidamente le linee guida. In due mesi si è capovolto il mondo: la locomotiva del calcio rischia di trasformarsi in un vagone in coda al treno.

Tifosi pronti a tornare negli stadi di Serie A (Getty Images)
Tifosi pronti a tornare negli stadi di Serie A (Getty Images)