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Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università degli studi di Milano, ha parlato del futuro del campionato di Serie A nel corso di un'intervista concessa al Corriere dello Sport. Il virologo è anche nel Comitato tecnico scientifico (Cts) nazionale. 

Prossimo campionato?
«Premetto che i recenti dati sulla diffusione in Italia ci dicono che, nonostante le aperture e alcune intemperanze, il trend di Covid-19 nel nostro Paese fa ben sperare. Ma all’estero non è così, in alcuni Paesi vi sono anche nuovi focolai di ritorno. L’importanza a questo punto è rafforzare il sistema per l’individuazione dei focolai, che vanno spenti al più presto, e il monitoraggio nel tempo. Ma dobbiamo dire anche che possiamo fare la nostra parte come cittadini, non sottovalutando Covid-19. Non siamo menagrami, ma restiamo ottimisti e prudenti». 
 
Protocollo di regole anti-Covid per il calcio? 

«Occorre prevedere diversi scenari in relazione a una possibile seconda ondata e prevedere protocolli diversi in base agli scenari. Protocolli da attuare abbastanza rapidamente in base a determinanti da monitorare strettamente. Quindi, se tutto segue uno scenario positivo si possono rapidamente diminuire i tamponi a settimana. Ma tutto deve essere già scritto, definito e applicabile senza perdere tempo. In autunno potrebbe esserci una seconda ondata, ma anche no, se si lavora bene nello spegnere i focolai che si possono accendere. In attesa di un vaccino, ormai prossimo ma comunque non prevedibile prima del 2021, tutto si gioca su monitoraggio, isolamento dei positivi e sulla rapidità di intervento».  
 
Che cosa considerare negli scenari? 
«Per esempio, le partite all’estero o quelle che prevedono squadre estere in Italia. In questo momento, per esempio, giocare in Catalogna dovrebbe prevedere un protocollo di massimo rischio». 

Stadi? 
«Si può fare. Non è facile attuarla dal punto di vista dell’organizzazione e dell’attenzione dei tifosi che potrebbero non seguire le linee guida per quanto riguarda le attese per poter accedere allo stadio. In Italia la situazione è migliorata».  
 
Stadi aperti? 
«Forse i primi mesi del 2021, visto che in autunno la pandemia sarà ancora un pericolo e il vaccino non sarà ancora pronto. E ora di cominciare a convivere con questo coronavirus attuando regole di responsabilità civile che sono poi quelle dette più volte e che tutti ormai conoscono. Se un tifoso vuole tornare a guardare dal vivo la sua squadra in sicurezza rispetti le regole e tutto andrà bene». 

Juventus Stadium (Getty)
Juventus Stadium (Getty)