Una carriera che non ha bisogno di presentazioni e un paio di consigli da girare alla Juventus. Lucien Favre conosce bene molti dei giovani finiti in orbita Juventus. Da Khephren Thuram a Todibo, passando per Sancho: l'ex tecnico di Nizza e Borussia Dortmund ha parlato così ai microfoni di Tuttosport.
Favre, la sua intervista
Di seguito, uno stralcio delle sue parole:
Su Khephren Thuram
"Un centrocampista di grande potenziale e dalla struttura fisica imponente, oltre gli 1,90. Un ragazzo su cui si può contare e che ha ancora grossi margini di miglioramento: per esempio, a voler essere pignoli, segna pochi gol e dà pochi assist. Insomma, pur essendo un valido giocatore deve completare appieno il suo processo di maturazione. E in un grande club come la Juventus, dove troverà in mezzo al campo uno certo Douglas Luiz, potrà farlo. Lavorando sodo agli ordini dell’ottimo Thiago Motta.
Il paragone con Viera? Io andrei molto cauto nei paragoni soprattutto con uno dei più forti centrocampisti della sua generazione. Campione del mondo e poi d’Europa con la Francia, capitano dei “Bleus” e nell’Arsenal di Wenger. Lasciamo crescere tranquillo Thuram alla Juventus senza creare eccessive attese".
Su Todibo
"Difensore centrale anche lui molto dotato dal punto di vista fisico. Mi ha colpito la sua velocità. Ma deve essere più concentrato. E il gioco aereo non è neppure la sua specialità... Era una grande promessa al Tolosa, lo ha preso il Barça ma ha giocato pochissimo, poi lo ha girato allo Schalke 04 e anche lì ha giocato poco quindi al Benfica dove addirittura non ha mai giocato mentre a Nizza è finalmente tornato a esprimersi su livelli più che buoni. Manca qualcosa affinché si possa dire che sia un calciatore completo. Tuttavia anche lui può fare ancora un salto di qualità pur avendo già 24 anni, oltre uno più di Thuram".
Su Sancho
"Qui parliamo di un “top player”. Senza ombra di dubbio. Ricordo quando alla fine degli allenamenti a Dortmund mi chiedeva di voler lavorare ancora per migliorarsi. In tutto: nel tiro, nei cross, nel colpo di testa, negli stop volanti, nei passaggi di prima. Permesso che ovviamente gli ho sempre accordato. Un piacere per me e lo staff, tra cui il mio vice e poi successore in giallonero Edin Terzic, seguire Jadon in quei 20’ minimo nei quali restava in campo mentre i compagni erano già andati sotto la doccia".