In una conferenza stampa dal salone del Coni, Francesco Totti ha annunciato il suo addio alla Roma: "Vorrei ringraziare il presidente Malagò per avermi dato questa possibilità. Alle 12.41 del 17 giugno ho mandato una mail al Ceo della Roma dove ho dato le mie dimissioni. E' arrivato questo fatidico giorno che per me è molto brutto e pesante. Ma viste le condizioni credo sia stato doveroso e giusto prendere questa brusca decisione, difficile ma maturata da mesi e la più coerente e giusta. Davanti a tutti deve essere la Roma, una squadra da amare e da stargli vicina. Non ci devono essere le fazioni, ma deve esserci un unico obiettivo: la Roma. E' normale che poi presidente e allenatori passano, le bandiere non passano. Pero' questo mi ha fatto pensare tanto e diciamo che non è stata colpa mia prendere questa decisione".

RIMPIANTI? - "No? Come ho sempre detto ho messo sempre la Roma davanti a tutto e tutti. E' la mia seconda casa, anzi la prima visto che ho passato più tempo a Trigoria che a casa mia".

LE COLPE - "La società non mi hanno mai coinvolto in un progetto tecnico. Nel primo anno ci può stare, nel secondo già ho capito come volessi fare e non ci siamo mai trovati e aiutati l'un con l'altro. Sapevano della mia voglia di voler dare tanto a questa società, ma loro non hanno mai voluto. Mi hanno tenuto fuori da tutto".

PRONTO IN FUTURO CON UN'ALTRA SOCIETA' - "Ringrazio i tifosi per come mi hanno sempre trattato. C'è sempre stato reciproco rispetto, in campo e fuori. Posso solo dire che la squadra va sempre tifata, vederla in questo momento in difficoltà mi rattrista e mi dà fastidio. I tifosi qui sono diversi: la passione e la voglia che mettono nei confronti di questa squadra è talmente grande che non potrà mai finire. Io da fuori continuerò a tifare Roma, è un arrivederci e non un addio. E' impossibile vedere Totti fuori dalla Roma e da romanista non penso possa succedere. Al momento prenderò altre strade, quando un'altra proprietà punterà su di me sarò pronto".

IL FUTURO - "In questo momento ci sono tante cose che posso fare. Sto valutando tranquillamente in questo mese e valuterò tutte le offerte sul piatto. Quella che mi farà stare meglio la prenderò con tutto il cuore".

I MOTIVI - "Tutti sappiamo che mi hanno fatto smettere. Volevano che io smettessi. Lato dirigenziale avevo un contratto di sei anni, sono entrato in punta di piedi perché era un altro ruolo. Andando avanti con il tempo ho capito che sono due cose diverse. Promesse ne sono state fatte tante, ma non sono mai state mantenute almeno per quello che volevo io".

RAPPORTO CON BALDINI - "Il rapporto con Baldini mai c'è stato e mai ci sarà. Se ho preso questa decisione è perché appunto ci sono equivoci e problemi all'interno della società. Uno dei due doveva uscire e mi sono fatto da parte io. Due galli a cantare non va bene, si creano solo casini e danni".

LE CESSIONI DI SALAH E ALISSON - "Penso che tutti sappiamo i problemi reali della società in questo momento. Bisogna vendere giocatori entro il 30 giugno, per questo hanno fatto questo pensiero e questa scelta di vendere i calciatori più forti e blasonati. E' anche più facile prendere soldi con questi calciatori e tamponare i problemi relativi al fair play. Ma alla gente bisogna dire la verità, anche se brutta. Una volta in un'intervista dissi ' arriviamo tra quarti e quinti e la juve vince il campionato' e mi diedero dell'incompetente. Io voglio essere trasparente e dire la verità, perché quando lo fai sei inattaccabile. Io sono abituato a dire la verità, quindi non posso stare qua dentro".

CESSIONE DEL CLUB? - "La Roma è amata e stimata in tutte le parti del mondo, tutti vorrebbero prenderla. Non mi posso esporre su futuri investitori sulla società".

LA GOCCIA CHE HA FATTO TRABOCCARE IL VASO - "Tante cose mi hanno fatto riflettere e pensare. Non sono mai stato reso partecipe, solo quando erano in difficoltà mi chiamavano per le riunione. Ne ho fatte al massimo una decina, come se mi volessero accantonare da tutto. Poi subentra il rispetto verso la persona e non verso il dirigente. Io ho cercato in tutti i modi di mettermi a disposizione, ma dall'altra parte era diverso il pensiero".

RIENTRARE IN FUTURO? - "Serve una nuova società prima di tutto. Che creda poi nelle mie potenzialità. Staccarmi dalla Roma per me è difficile, per me è come morire. Anzi, peggio..."