Autore del gol che ha regalato la vittoria della Coppa Italia al Bologna, Dan Ndoye ha parlato delle emozioni vissute all'Olimpico in una intervista a La Gazzetta dello Sport.
Bologna, le parole di Ndoye
"Ho pianto. E anche tanto. A fine gara sono andato con tutti sotto la nostra curva e ho guardato negli occhi la gioia, la passione, le lacrime della nostra gente felice. E sì, ho pianto. L'abbiamo meritata perché siamo una squadra-famiglia. Ma davvero. Un gruppo unitissimo, il motto 'We are one' è reale qui. Siamo uniti anche quando ci sono momenti di sofferenza, ci aiutiamo e non è un modo di dire ma di fare, facciamo un calcio che ci diverte fare. Contro il Milan? La partita perfetta. Abbiamo grande qualità nelle individualità, ma abbiamo dimostrato di essere squadra nelle cose che facevamo tutti assieme, dal minuto uno all’ultimo secondo".
Ndoye su Italiano
"L’anno scorso potevo andare poco a cercare la porta, Motta chiedeva che io stessi di più sull’esterno. Italiano, invece, mi ha dato maggiore libertà, la possibilità di andare anche a segnare, l’idea di attaccare di più l’area. Con i ragazzi dello staff e un portiere si facevano esercitazioni per i tiri in porta. Un anno fa feci un solo gol, oggi sono a nove: a qualcosa è servito".
Il futuro
"Ma adesso non è certo il momento di mettersi a pensare a queste cose. Per due motivi: sono innamorato di Bologna, del Bologna e della gente, non ho mai visto una passione così. Due: c’è una qualificazione-Champions da conquistare. Noi non ci vogliamo fermare. Siamo stati più forti e bravi di quel che si diceva in giro. 'Non ce la faranno a fare un’altra annata come quella passata'. È andata meglio, abbiamo vinto una Coppa".