In casa Bologna l'entusiasmo è alle stelle. E non potrebbe essere altrimenti dopo la vittoria della Coppa Italia. Mercoledì i rossoblu hanno battuto il Milan tornando a vincere il trofeo tricolore per la terza volta nella loro storia.
Tra i simboli della squadra di Vincenzo Italiano c'è Lorenzo De Silvestri, esterno e leader dei felsinei che in una intervista al Corriere dello Sport ha raccontato tutte le emozioni di queste ore.
Bologna, le parole di De Silvestri
"Ho dormito pochissimo dopo la partita, c'erano l'emozione, l'adrenalina, la gioia di quello che abbiamo vissuto. Per me è stata un po' la chiusura di un cerchio. Italiano? Noi siamo sempre stati sicuri, anche se nelle prime partite abbiamo faticato un po'. Ma era una questione di risultati perché abbiamo sempre creduto in quello che stavamo facendo. E poi, dopo che a Genova vincevamo 2-0 e siamo stati rimontati, qualcosa è cambiato. Ci siamo guardati, detti le cose in faccia e abbiamo affrontato insieme il momento duro.
C'è una cosa che vorrei fosse scritta: il Bologna è una famiglia, ma soprattutto c'è un gruppo con un capitale umano incredibile. Io parlo spesso con i compagni, raramente alzo la voce e posso dire con assoluta certezza che questo è un gruppo, ripeto, magico. L'allenatore, il suo staff, tutte le persone che lavorano dietro le quinte. Mi raccomando, scrivetelo. E poi la società: cito Sartori, Fenucci, Di Vaio, ma ogni persona che lavora per il Bologna mette in campo il massimo. E poi c'è Saputo: presente, attento, puntuale, mai invadente. Dimostra come si è leader".
De Silvestri su Italiano
"Passionale e appassionato, ci mette anima e corpo. Ha ragione quando dice che non è vincente solo chi alza i trofei e che conta il percorso che si fa. Ma è chiaro che per lui aver vinto è importantissimo: sono felice per il mister e il suo staff».
La gioia dei tifosi
"Mamma mia, 51 anni, incredibile. Vedere la gioia negli occhi delle persone, dei più anziani, è stato ed è davvero emozionante. Comunque magari non pensavo a una coppa così, però io una crescita la vedevo. Abbiamo seminato bene, anche con chi oggi non è più con noi. Abbiamo sentito Calafiori, ma nche Soriano, Sansone, Zirkzee... Ci hanno scritto in tanti. Thiago Motta? Lui non l'ho sentito".