Leonardo Semplici, tecnico dello Spezia, ha parlato nel corso di un'intervista concessa alla Gazzetta dello Sport. Queste le parole del tecnico dei liguri dopo il suo ritorno in panchina.
Intervista a Semplici
Senza squadra?
«Senza una squadra stavo malissimo, mi chiedevo perché mi chiamassero in tanti ma poi restassi sempre fermo, nella mia casa di Firenze. E così mi sono alzato dalla poltrona e mi sono dato da fare: corsi di psicologia, di comunicazione e tanto aggiornamento. Ho girato su molti campi, il calcio è in continua evoluzione. Non si può restare fermi».Modulo?
«Non sono mai stato un integralista: avevo fatto la difesa a tre con Spal e Cagliari, ma nei vent’anni precedenti avevo usato quella a quattro vincendo tutti i campionati minori. I numeri per me contano il giusto, mi piace che la squadra possa cambiare anche nel corso della stessa partita, come accaduto con l’Inter».
Semplici, quanto le era mancato il campo?
«Tantissimo. E ho cercato di sfruttare il lungo stop per cambiare qualcosa nella mia visione del calcio. Prima avevo una manovra predefinita e automatismi chiari. Adesso lavoro su principi come l’occupazione degli spazi e la ricerca della superiorità numerica».
Ha avuto altre offerte. Perché ha detto sì allo Spezia?
«Perché questa è una piazza ideale per impostare un certo tipo di lavoro. La società è organizzata e i ragazzi hanno un’incredibile disponibilità. Voglio raggiungere la salvezza e programmare con il club un bel futuro».Semplici sui singoli
Siete un po’ dipendenti da Nzola. Qual è il suo livello?
«Per noi è fondamentale. Ha avuto una crescita esponenziale, merito di chi l’ha allenato prima di me. Nel giro di un paio d’anni andrà a giocare in una squadra di livello superiore. Qui ha la serenità di sapere di poter sbagliare qualche partita».
Ha sempre inserito Daniel Maldini, nel finale o anche prima. Cosa vi può dare?
«Vede la porta come pochi. La sua qualità principale è la tecnica, gioca con entrambi i piedi e ha grande disponibilità. A volte si assenta un po’ dal contesto, deve essere anche più determinato nelle giocate».
Lei lanciò Lazzari. Holm, che piace ai grandi club, è adatto a giocare a quattro?
«Per il momento non l’ho ancora potuto allenare bene a causa dell’infortunio. Ma quando l’ho visto ho pensato a un Lazzari alto 1,90 m. Credo che potrà fare anche il terzino a quattro».Semplici sulla salvezza
Contro quante squadre vi giocate la salvezza?
«Speriamo di allargare il gruppo avvicinandoci a chi ci precede. Ma guardo poco gli avversari, perché abbiamo la necessità di concentrarci sul nostro percorso e sulla crescita della mentalità. Ho detto ai ragazzi che li avevo trovati con le briglie tirate e che voglio mandarli al galoppo».