Tolgay Arslan, centrocampista tedesco di passaporto turco, è arrivato a Udine in punta di piedi e si è ritrovato protagonista. Gli infortuni di Mandragora, Jajalo e Walace gli hanno aperto la strada della titolarità in A.

Catapultato in Italia

L'arrivo in Italia è stato repentino. Queste le sue prime parole a Udinese Tv dopo un buon inizio di campionato:

"È successo tutto velocemente. La mia famiglia è arrivata da Istanbul, una grande città, Udine invece è a misura di famiglia ma mi piace molto, tutti si conoscono. Mi piace molto anche il club, dove spero di trascorrere un bel periodo. Adesso purtroppo lo stadio è vuoto, spero dopo questo periodo difficile di potermelo godere con l’affetto del pubblico. Sono stato subito impiegato da titolare anche se non ero al meglio. All’inizio ho dovuto entrare nei meccanismi di gioco, il modo di allenarsi e di giocare è diverso e non avevo nessuna esperienza precedente nella serie A italiana. Sono arrivato qui dopo tre giorni ho subito giocato. Mi piace questo campionato e il gruppo in cui mi sono inserito, dai compagni all’allenatore. Sicuramente potremmo avere più punti. Nessun avversario era più forte di noi, siamo stati solo sfortunati. Penso che possiamo fare una bella stagione".

Posizione? Basta giocare!

Il numero 22 bianconero ha parlato anche del futuro che attende l'Udinese, e di come pur di giocare farebbe qualsiasi ruolo:

"L’importante è giocare. Adesso è il momento di vincere le partite, soprattutto la prossima con il Genoa. Mi sento molto fiducioso. Il nostro obiettivo deve essere quello di soddisfare i nostri tifosi. Mi fido molto della squadra e del nostro tecnico. Nessuna squadra finora si è rivelata di livello superiore al nostro e ogni gara è stata una bella sfida. Adesso ci conosciamo tutti e sicuramente faremo meglio. Il club è molto professionale, si sente che le persone qui amano il calcio e danno tutto per questo sport e per noi. E noi giocatori dobbiamo restituire questo amore".

Mandragora sprona i suoi compagni (Getty)
Mandragora sprona i suoi compagni (Getty)