Roberto Piccoli sogna in grande. Il nuovo attaccante del Verona, intervistato dalla "Gazzetta dello Sport", ha palesato tutta la sua voglia di imporsi nel reparto offensivo scaligero, malgrado la grande concorrenza con cui dovrà convivere nel prossimo campionato.
Sull'arrivo a Verona
«Posso soltanto lavorare duramente quest’anno per farmi trovare pronto e bello carico per il campionato. o detto subito sì. Era già dall’anno scorso che volevo venire qui, ma ci sono state delle complicazioni. Ma appena sì è ripresentata l’occasione ho detto al mio procuratore di portare avanti subito la trattativa per partire già dal ritiro in modo di conoscere i compagni, il gruppo e inserirmi il prima possibile. Volevo l’Hellas perché è una bella società, pulita, che cerca sempre di migliorare e fa crescere tutti i giocatori che arrivano qui. E mi piace per i suoi tifosi, davvero appassionati. È una piazza importante».
Sul passato
«Diciamo che ho fatto il rodaggio. Ogni esperienza, positiva o negativa, mi è servita sotto tanti aspetti. Alla prima A con lo Spezia ho segnato 5 gol, ero abbastanza contento, al rientro a Bergamo sono partito forte nei primi mesi, ho fatto gol a Torino, poi sono andato a Genova per cercare spazio, ho avuto un infortunio piccolo ma noioso che mi ha allontanato un po’ dal campo, per tacere della concorrenza. Sono giovane, è normale che abbia incontrato qualche difficoltà. Ma ora mi sento pronto».
Sulla concorrenza
«Io guardo me stesso, mi alleno sempre al massimo e mi faccio trovare pronto. Sta a me meritare di giocare e al tecnico decidere. Il vantaggio è che posso anche giocare a fianco di un centravanti o anche dietro le punte. Non ho alcun tipo di problema. Ho imparato con Italiano a giocare spalle alle porta e partire da lontano. Anche con Gasperini e Blessin. Le esperienze di cui parlavo prima, che mi sono servite e che mi hanno formato. Ma sono soltanto all’inizio».
Sull'obiettivo
«Voglio cercare di arrivare in doppia cifra. Se allo Spezia ne avevo fatto cinque in campionato, qui punto a fare di più, anche grazie all’aiuto dei compagni, che sono molto forti».
