L'avvocato Iudica, tra i massimi esperti in Italia di diritto sportivo, ha parlato nel corso di un'intervista concessa a Tuttisport del caso Lazio-Torino. Queste le parole dell'avvocato sul rinvio e la possibile sconfitta a tavolino.

Intervista all'avvocato Iudica su Lazio-Torino

«Il caso Lazio-Torino? Per parlarne bisogna fare un passo indietro».

La seguiamo, avvocato Iudica. Riflettori accesi sul match del girone di ritorno, non disputato a causa di numerosi contagi della variante inglese del Covid esplosa nello spogliatoio del Torino.

«Bisogna tornare anche alle decisioni della Corte Sportiva di Appello Nazionale sul caso Juventus-Napoli e sulla mancata presenza dei campani a Torino in ottobre, nonché sul caso Lazio-Torino e sulla mancata presenza dei granata a Roma a marzo».

Iudica sui rischi che corre il Torino

A differenza del Torino, al Napoli non venne riconosciuta l’assenza per causa di forza maggiore.

«Esatto. E se si rileggono le motivazioni del Giudice Sportivo e della Corte sui due casi (Lazio-Torino e Juve-Napoli), si nota che il primo ha sempre sostenuto un comportamento colposo delle squadre, mentre la Corte è anche andata oltre».

Ma il Torino ha tratto un vantaggio?

«Tanto il Giudice Sportivo quanto la Corte Sportiva hanno sempre sostanzialmente sostenuto la propria stessa linea, forse anche per non sconfessare loro stessi. Ma dopo la sentenza del Coni favorevole al Napoli hanno dovuto prendere atto della dirimenza, anche per il Torino, della causa di forza maggiore: nello specifico, un sovraordinato provvedimento amministrativo statale che non poteva non essere osservato».

Iudica sul Giudice Sportivo

Esattamente come sostenuto fin dall’inizio dall’avvocato del club granata, con le sue tesi fin da subito vincenti. Eduardo Chiacchio.

 

«Che stimo e conosco bene da anni. E che cosa hanno dovuto scrivere tanto il Giudice Sportivo quanto la Corte Sportiva? Che gli atti amministrativi, come appunto quelli in oggetto della Asl, hanno preminenza sulle norme sportive. Cito dalle motivazioni della Corte: “Gli organi della giustizia sportiva non sono abilitati (…) a conoscere (…) della legittimità degli atti amministrativi delle autorità statali o territoriali né tantomeno possono disapplicarli”. Ma la Corte Sportiva si è ugualmente voluta togliere un sassolino dalla scarpa, diciamo così, invitando la Procura federale a verificare se il Torino abbia rispettato quel principio di lealtà, di probità, che deve essere osservato da chi partecipa alle competizioni».

 

E la Procura Federale sta indagando, ora.

 

«Nell’attesa di conoscere gli sviluppi, mi chiedo con una domanda che può apparire solo fino a un certo punto retorica, se adempiere a un atto amministrativo, nel caso a un ordine della Asl, può forse effettivamente essere considerato un comportamento lesivo della lealtà, della probità e della correttezza, ossia di quei principi citati dalla Corte Sportiva d’Appello e posti alla base di qualsiasi pratica sportiva».

 

Lotito (Getty)
Lotito (Getty)