Sembrava una scommessa intrigante per la Samp e per tanti fantallenatori. Ma Mohamed Ihattaren si è rivelato una meteora, anzi peggio: non ha mai neppure esordito in Serie A. Una storia misteriosa quella del giocatore olandese, acquistato dalla Juventus e poi girato ai blucerchiati, ma uscito completamente dai radar a ottobre quando è tornato in Patria adducendo motivi familiari. Adesso Ihattaren si prepara a tornare in campo, in Eredivisie, e torna a parlare raccontando le sue verità al De Telegraaf. Queste le sue parole:

Sulle difficoltà incontrate a Genova

“A 19 anni me ne stavo lì in albergo, da solo, abbandonato al mio destino. Non lo sopportavo più. Ogni tipo di accordo che avevamo non è stato rispettato. Era come se non fossi esistito. Non mi pagavano, nulla era stato organizzato, nessun conto in banca o assicurazione. Era una situazione irritante. Dopo gli allenamenti mangiavamo al centro tecnico ma c’erano solo tre cartoni di pizza e qualche dolce. L’allenatore (D’Aversa ndr) non sapeva nemmeno che sono mancino”.

Sulla 'fuga' in Olanda

"Ho scelto di proteggere me stesso e me ne sono andato. Avevo perso fiducia.  Un giorno mi sono lasciato prendere dalle emozioni mentre ero in campo, ho chiamato un mio amico che si trovava in albergo e gli ho chiesto a che ora era il primo volo. Ho lasciato Genova alle 13.30 e non sono più tornato. Ma non sono scomparso come dicono alla Sampdoria".

Sul futuro

“Non ho mai pensato al ritiro. Tutti scrivono di me ma nessuno parla con me. Lo so che non gioco a calcio da un anno e mezzo e ci vorranno almeno quattro partite per riprendere il mio ritmo. Devo mettermi in forma. So che posso riuscirci in fretta. Voglio sudare e avere i crampi, voglio sentirmi come se stessi giocando nuovamente a calcio”.

Roberto D'Aversa (Getty Images)
Roberto D'Aversa (Getty Images)