Al momento del suo ingresso in campo, San Siro si è esibito in una scarica di fischi non indifferente. Per la verità, non indirizzati a Rafinha, ma a Brozovic, richiamato da Spalletti in panchina: la prestazione del croato non aveva evidentemente convinto il pubblico nerazzurro, che ha riempito di fischi l'uscita del numero 77. Al suo posto l'ex Barcellona, che con il pallone tra i piedi ha dimostrato subito una certa confidenza: verticalizzazioni, spunti in mezzo al campo e tanto movimento sono stati il biglietto da visita di chi, dopo un anno fermo, aveva palesemente voglia di spaccare il mondo.

E, in un certo senso, Rafinha c'è riuscito: è proprio da un suo uno-due con Karamoh che l'Inter trova il vantaggio, è grazie a lui che il Bologna rimane in 10 per ingenuità clamorosa di Mbaye, ed è con lui che l'Inter cambia marcia e, nonostante la sofferenza finale, riesce ad avere una miglior quadratura a centrocampo.

Qualità che spingono a pensare che difficilmente Spalletti possa rinunciare al brasiliano: l'unica incognita è legata alla condizione fisica e al fatto che il giocatore non abbia ancora i 90 minuti nelle gambe, ma tra il rapporto complicato di Brozovic con San Siro (e certe volte con gli schemi del mister) e un Gagliardini oggi ombra di quello che arrivò dall'Atalanta, quella legata a Rafinha sembra in questo momento la soluzione più frizzante e la risposta più vicina a quella domanda incompiuta che Spalletti si pone fin da settembre su chi schierare trequartista nella sua Inter.