E' amareggiato Walter Zenga, anche se consapevole di aver fatto il proprio lavoro senza recriminazioni. Intervistato dal Secolo XIX, il tecnico blucerchiato ha provato a spiegare le sensazioni relative all'esonero: dal viaggio a Dubai, da molti indicato come la goccia che ha fatto traboccare il vaso, al caso Cassano, ancora discusso dai media e non solo. Queste le parole dell'ex mister della Samp.
"Come allenatore, se vado sotto la gradinata per parlare ai tifosi ricevo la diffida della Lega Calcio. Una società, invece, ti esonera perché i tifosi ti contestano".
IL VIAGGIO A DUBAI - "A Dubai ho moglie e figli piccoli che non vedevo da settimane, per quel volo ho già detto che sono stato autorizzato dal presidente Ferrero, diversamente non sarei mai partito. Sarei anche tornato prima se fosse stato questo il problema: l'ho detto al club. Qualcuno invece ha voluto specularci sopra come se fosse una mia bizzarria partire".
ROSA COMPETITIVA - "Sono stato forse l'unico allenatore di Serie A a seguire il finale del calciomercato dall'Ata Hotel di Milano. Se la rosa è rimasta così, competitiva com'è dopo il mercato, forse il merito è anche del sottoscritto, invece ho ricevuto solo accuse".
CASSANO - "Di lui avevo già parlato con il presidente quest'estate, ma sapete com'è finita. E' arrivato lo stesso. Niente di personale su Antonio, è un grandissimo e gliel'ho detto, ma non era in forma quando è arrivato e non lo è ancora oggi. Considerazioni che faremo un giorno con calma quando torneremo a parlare di quest'avventura, che comunque mi ha arricchito e mi resterà dentro".