In campionato il posto da intoccabile è di Alex Sandro, ma per lo spogliatoio (e la Champions) della Juventus Patrice Evra resta un punto di forza, e di riferimento. Oggi il francese, che contro l'Udinese dovrebbe sedere nuovamente in panchina, ha rilasciato una lunga intervista alla UEFA. Ecco alcuni stralci delle sue dichiarazioni.
L'AVVENTO DI HIGUAIN - "Non lo conoscevo personalmente, prima di tutto è un grande uomo, che è molto importante nel calcio. A parte questo, lui è il tipo che diventa matto se non segna - è nella sua natura. Mi ricordo di una partita quando eravamo entrambi in panchina e si stava mordendo le unghie. Mi ha detto: 'Quando entro DEVO segnare!'. Lui è ossessionato dal gol. Un po' come van Nistelrooy, attaccanti che sono nati per il gol. Se non segnano, non riescono a dormire. E tutto questo è perfetto per la Juventus".
I LEADER DELLA JUVENTUS - "Penso che ci siano diversi motivatori in squadra, ma Gigi e io vogliamo tutto, e facciamo in modo che questo spogliatoio dia sempre il massimo. E' stato detto che alcuni nostri discorsi hanno fatto la differenza. Ma no, ognuno fa la differenza. Tutti i giocatori sono leader".
IL SOGNO CHAMPIONS - "Ho giocato cinque finali e ne ho vinta solo una. Ne ho perse tre contro il Barcellona. Senza il Barcellona l'avrei vinta quattro volte... Per me è la competizione più bella. Anche adesso che ho 35 anni sentire l'inno della Champions è speciale. E' una competizione che amerò per sempre. Anche Buffon meriterebbe la Champions League. Se devo essere veramente onesto, il mio portiere preferito è Edwin Van der Sar. Quando sono arrivato qui, conoscevo Gigi Buffon perché lo guardavo in tv, ma poi allenarmi con lui, giocare con lui: Wow! Che giocatore! Più invecchia e meglio gioca. Credo che adesso faccia parate che non faceva nemmeno quando aveva 18 anni. Per questo è bellissimo vederlo in azione".
L'ETA' CHE AVANZA - "Ora sono più calmo rispetto al passato. Vedo le cose molto meglio. Quando hai 20 anni corri, corri, corri e metti dentro tanti cross. Adesso forse ne metti solo cinque a partita ma uno diventa un assist. E anche il senso della posizione è diverso. Quando si è giovani se sei nella posizione sbagliata, puoi compensare con la velocità. Adesso devi sempre farti trovare pronto nella giusta posizione. Quando avevo 20 anni io ero molto stanco dopo le partite. Ma ora si gioca più con la testa e dopo la partita ci si sente bene. Sto iniziando a vedermi come una bottiglia di vino. Più invecchio, migliore è il gusto. Ma sto lavorando sodo, non c'è nessun segreto. Io lavoro duro anche quando sono in vacanza. Quando vedrò che il mio livello starà calando, mi limiterò ad andare in pensione. Sono onesto con me stesso. Ma al momento mi sto divertendo, mi piace correre. Sento che sto giocando ogni partita come se fosse l'ultima".