Per Alessio Cerci non poteva esserci ritorno peggiore, a Torino. E dire che in tanti addirittura lo credevano titolare, contro il suo mentore Ventura: e invece i 90 minuti trascorsi al freddo della panchina sono stati assolutamente angustianti. A maggior ragione se si considera che il suo Milan ha impattato contro un gran Toro, e che nel frattempo i suoi ex tifosi lo hanno accolto con una punzecchiatura violenta.

 

"Bentornato nel calcio che non conta nulla": questa la scritta che campeggiava su uno striscione dei tifosi granata, con evidente riferimento alle parole scitte su facebook da parte della sua compagna all'epoca del trasferimento dell'ex ala del Torino al'Atletico, l'estate scorsa.

Negli spogliatoi, poi, Cerci ha anche salutato il suo ex Presidente Cairo, che a MP ha riportato lo scambio di battute avuto col suo e tesserato: "Nel nostro spogliatoio ho detto a Cerci 'sei un coglione, non dovevi andartene', ovviamente scherzando, e lui mi ha detto 'ha ragione presidente'".  Ad addolcire la pillola, perà, per Cerci è stato come sempre Ventura, salutato affettuosamente prima del match: "Magari sarà venuta a lui la nostalgia, avrebbe voluto giocare. Alessio ha le qualità per essere un grandissimo: in parte l'ha capito. Non serve solo avere grandi personalità, ha iniziato un percorso poi interrotto. Spero lo riprenda e che prosegua". 

Ultima accusa a Cerci nel prepartita, da parte di Gianluca Petrachi, ds del Torino, è stato intervistato ai microfoni di Sky Sport nel prepartita: “Lui a giugno scorso ha seguito una strada che già aveva scelto, di andare via. Quello che è successo a Madrid è sotto gli occhi di tutti, il ragazzo deve trovare l’ambiente giusto per esprimersi al meglio. E’ un ragazzo buono, ma come tutti quelli di talento ha dei limiti caratteriali. Deve essere stimolato per rendere, il campione invece deve sempre migliorarsi e ricerca la perfezione. Se si allena bene ha uno strapotere fisico incredibile, se non lo fa diventa un calciatore normale.”