Arrigo Sacchi dice la sua. Dopo la prediction sullo scudetto e il parere sull'Inter, l'ex tecnico rossonero alla "Gazzetta dello Sport" ha esaltato il modo di fare calcio di Pioli e Spalletti, rispettivamente allenatore del Milan e del Napoli.

Sul Milan

«Col Salisburgo una partita da 6. Al massimo da 6+. Non è stata una prestazione ottima, insomma. I rossoneri hanno sofferto i ritmi molto alti imposti dal Salisburgo. In Europa il pressing è il pane di tutte le squadre, tranne che le nostre. Gli austriaci non avevano grandi campioni, erano quasi tutti ragazzi, eppure hanno saputo tenere testa a una formazione come il Milan grazie all’organizzazione, alla compattezza e al ritmo. Il derby è stato una partita di Serie A e in Italia si gioca in un certo modo, si fa del tatticismo la prima qualità. In Europa è diverso e il Salisburgo ha fatto capire al Milan che c’è bisogno di perfezionarsi. In generale, però, i rossoneri sono sulla strada giusta e mi sono piaciute le parole di Pioli a fine gara. Ha detto che non era pienamente soddisfatto e questo discorso deve entrare nelle teste dei giocatori. A volte il Milan si allunga troppo e quando ti allunghi troppo non sei più una squadra, non riesci più a pressare con i tempi giusti, ti mancano i sincronismi, i giocatori sono troppo distanti tra di loro. Ecco, Stefano deve lavorare su questo aspetto».

Sul Napoli

«Liverpool? Partita strepitosa, anche se bisogna essere onesti: questo Liverpool non è paragonabile a quello della passata stagione. Almeno per adesso. Il Napoli, comunque, è stato eccezionale e ha regalato divertimento alla propria gente. E’ una piazza dove si è vinto poco e la storia nel calcio ha un peso. Spalletti cerca di insegnare un calcio moderno e questo è molto apprezzabile, però i suoi ragazzi devono essere sempre al massimo come contro il Liverpool. La continuità di rendimento è il vero problema. Osimhen è una forza della natura, però a volte c’è e a volte non lo vedi... E poi c’è il caso di Zielinski che ha fatto una partita strepitosa contro il Liverpool: sono dieci anni che deve diventare un grandissimo giocatore, che sia la volta buona? L’impressione è che, dopo una super prestazione, ci sia un calo, una sorta di appagamento: è come se la squadra fosse sazia. Ecco, qui Spalletti dovrà lavorare parecchio per trovare quella continuità di rendimento che è fondamentale per arrivare al successo».