Il Parma, dopo il bel pareggio di Milano contro l'Inter, cercherà continuità di risultati contro una Fiorentina in difficoltà al Tardini. Finalmente l'incubo Covid sta lasciando Collecchio, e Liverani esprime il suo ottimismo.

Finalmente insieme

Liverani ha parlato in conferenza stampa di un avversario, la Fiorentina, in difficoltà per quanto riguarda i punti, ma potenzialmente in grado di acciuffare l'Europa:

“Finalmente una settimana normale. Diciamo che da mercoledì siamo diventati il “gruppo squadra”, a prescindere da quei 2-3 infortuni che possono far parte di un qualsiasi momento della stagione,e ho visto uno spirito bello, cattivo, aggressivo, di entusiasmo, che mi ha trasmesso qualcosa di bello. Vederli allenare tutti insieme è stato per me motivo di grande orgoglio e di conferma di ciò che pensavo nei momenti di difficoltà: questo che abbiamo costruito, insieme alla Proprietà e al Direttore Sportivo, è un gruppo bello, di qualità, importante. La Fiorentina, sicuramente, ha fatto una campagna acquisti per entrare tra le prime otto, ha preso tanti calciatori bravi costruendo una squadra di livello. Probabilmente, come tutti in questo momento, è in cerca della quadratura e di punti. Siamo soltanto alla settima partita, ci vuole un po’ di pazienza ma il calcio italiano è questo".

Obiettivo tattico: 4-3-1-2

La difesa a 3 è stata utile a Milano, ma anche figlia dell'emergenza per Liverani:

“E’ un’alternativa. Sicuramente, quando abbiamo costruito la totalità della squadra, avevamo in mente un altro tipo di schieramento. L’obiettivo nostro è quello di tornare velocemente ad un modulo con una difesa a 4 e i 3 calciatori davanti: questo è il nostro obiettivo e il nostro auspicio. Il campo ti dà dei feedback, come si sente serena la squadra e in grado di giocare. A me i numeri cambiano poco, è l’atteggiamento che conta: abbiamo intrapreso una strada con quello giusto e spero di vederlo confermato domani sera. Abbondanza? Credo che sia bello, per me oggi, dover scegliere per quello che vedo e in cui credo. Spiegando però ai miei calciatori che non c’è niente di definito: ogni settimana tutti devono giocarsi la maglia dei primi 11 ma anche quella per andare in panchina e per subentrare”. 

Luigi Sepe a Milano (Getty)
Luigi Sepe a Milano (Getty)