Protagonista della storica vittoria della Cremonese sul Milan alla prima di campionato, Federico Bonazzoli si è raccontato in una intervista al settimanale SportWeekdal suo percorso nel settore giovanile dell'Inter alle tante squadre cambiate negli ultimi anni.

Cremonese, le parole di Bonazzoli

"Bonazzoli esisteva anche prima che facesse questa rovesciata a San Siro, no? E oggi non sono diventato un super campione da 50 milioni di euro. È troppo facile adesso mandare un messaggio, perché sono diventato virale. Ma io non cerco quello.

Alla Cremonese sto benissimo. Detto questo, c’è un filo conduttore nella mia vita privata e calcistica che si chiama sensibilità. Ho 28 anni, ma ne avevo 16 quando esordivo nell’Inter. Ho cambiato parecchie squadre, ho conosciuto tanti allenatori, ho avuto tanti compagni, pochissimi sono diventati amici. Per me fare il calciatore è un plus, un’aggiunta, ma non mi etichetta. Quando esco dallo spogliatoio, esco come ci sono entrato: da persona normale.

Non voglio portare in giro il mio status di calciatore, voglio invece che le persone si relazionino con me per quello che sono realmente. Certo, per le aspettative che mi si erano create intorno quando ero nel settore giovanile dell’Inter, sicuramente avrò deluso qualcuno".

L'esperienza all'Inter

"Per le aspettative che mi si erano create intorno quando ero nel settore giovanile dell’Inter, sicuramente avrò deluso qualcuno. Se le cose non sono andate in un certo modo, il primo responsabile sono io. Se non sono riuscito a fare una carriera di ancora più alto livello è colpa mia. Ma ci sono state delle annate in cui la responsabilità magari è stata anche di qualcun altro. Però io credo nel merito, quindi quello che ho ottenuto, sto ottenendo e otterrò è perché me lo sono e lo avrò meritato. Penso che nessuno regali niente: evidentemente, questo era il percorso destinato a me.

C’è chi ha la fortuna di arrivare all’Inter a 16 anni e rimanerci fino a 40. C’è chi fa meno di me, chi inizia e abbandona, e c’è chi ha bisogno di sbattere la testa a destra e a sinistra per poi ritrovarsi e scoprire ciò che ha da dare. C’è chi ha il percorso un po’ più tortuoso, chi più lineare, chi sempre col sole. Alcune volte il mio percorso è stato col sole pieno, altre con temporali forti, però dentro di me ho provato a vivere tutto con equilibrio. Trovare il proprio equilibrio è la chiave per stare bene".