Gigi Buffon a 360 gradi. L'ex portiere della Juventus, ora al Parma, è tornato a parlare della sua lunga e gloriosa parentesi bianconera, senza risparmiare una vena polemica all'epilogo della vicenda Calciopoli nel 2006. Ecco le sue principali dichiarazioni a "La Stampa".

Su Calciopoli

"Calciopoli l'ho vissuta male. Ero reduce dalla vittoria di Berlino e decidere di rimanere a Torino era una scelta pesante. La Juve ha pagato più di tutti, ma c’erano anche altre società e dirigenti… Volevo dare un segnale forte dire grazie alla gente e alla società. C’era la motivazione per dare qualcosa indietro: avevo avuto tanto e dovevo restituire".

Sull'espulsione col Real Madrid

"Oliver? Quella è la partita di cui vado più orgoglioso. Ancora adesso non ho capito perché mi ha espulso, non l’ho offeso. Temo che qualcuno dei miei compagni gli abbia tirato due cazzotti sulle costole, ma non ero io e mi sono preso il rosso. L’importante comunque è battermi sempre per qualcosa".

Sul Parma

"Non pensavo di mantenere un tale livello di prestazioni a questa età, ma ho capito che servono degli obiettivi e questi si creano strada facendo. Non sono immortale e so che smetterò, ma potevo farlo 4 anni prima di andare al Psg e invece sono qua e non voglio deludere la gente di Parma. Le parole 'sempre' e 'mai' nella vita non si possono dire".

Sul ruolo di vice Szczesny

"I due anni da secondo portiere è una scelta che rifarei. Mi sono serviti perché se gioco ancora è grazie alla rabbia sportiva immagazzinata per non essere stato in campo da protagonista: è diventata energia positiva".

Su Chiellini

"Giorgio è un uomo e uno sportivo unico e merita il massimo degli auguri e della fortuna. Devo aspettare qualche giorno per sentirlo a modo mio, voglio far decantare le sue emozioni".

Buffon (Getty)
Buffon (Getty)