Nikola Milenkovic, difensore della Fiorentina, ha rilasciato una lunga intervista ai canali ufficiali del club Viola. Queste le parti salienti delle sue dichiarazioni.
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Sulla Fiorentina
"Arrivare alla Fiorentina per me è stato un passo grandissimo. Ho fatto solo una stagione e mezza in prima squadra al Partizan e poi sono venuto alla Fiorentina. La differenza tra il campionato serbo e quello italiano è tantissima. All’inizio ho cercato di adattarmi il prima possibile: i primi mesi sono stati i più duri.
Io penso solo al campo. Dedico tutto me stesso a ciò che faccio, al calcio. Ho dato tutto per adattarmi il più velocemente possibile, e dare tutto fin dall’inizio. Volevo fare presto per essere pronto a giocare, per essere in lotta per un posto da titolare. Non volevo che gli altri mi guardassero come il ragazzino giovane: ‘è arrivato, tranquilli, c’è tempo, prima o poi esprime le sue qualità’. Io volevo subito mettermi il più velocemente possibile a disposizione per giocare.
Dopo tre mesi, a dicembre, ho fatto il mio debutto con Stefano Pioli, a Cagliari, nella vittoria per 1-0. E’ stata una cosa incredibile per me. E’ stata una sorpresa. Ero sempre in panchina, e quel giorno non sapevo che avrei giocato. Poco prima della partita German Pezzella ha avuto qualche problema, ma tutti pensavamo che giocasse. Poi dopo pranzo il mister mi ha detto che credeva in me e che avrei giocato. Mi sono fatto trovare pronto".
Sul percorso duro
"Il momento più brutto è sicuramente la morte di Davide. Abbiamo sofferto tutti tantissimo. Sono state stagioni difficili, tranne la mia prima a Firenze. Abbiamo fatto un percorso non previsto e più faticoso di quanto ci immaginavano. Quest’anno ci ritroviamo coinvolti nelle zone basse della classifica... Ogni calciatore vorrebbe lottare per l’Europa. Tanti momenti sono stati difficili, ma mi ricordo i momenti belli e porto con me i momenti positivi. Non voglio pensare alla negatività.
Ogni mio gol è un’emozione incredibile, ogni stadio pieno è un’emozione per me. Quando vedo i tifosi appassionati come i tifosi Viola mi dà tanta emozione. Il calcio si gioca per i tifosi. Ogni volta che lo stadio è pieno è emozionante per ogni giocatore. Ogni mio intervento, ogni gol è una grande emozione.
Posso solo dire un enorme grazie a tutto quello che mi hanno dato questa città, questa società, questi tifosi. Qui alla Fiorentina sono diventato un uomo. La Fiorentina mi ha accolto dal primo giorno come se fossi sempre stato qui e mi ha fatto crescere tantissimo. Mi sento molto cresciuto sia a livello mentale che da calciatore".
Sul Fantacalcio
"Nel fantacalcio sono messo male, sono dietro a Dusan! Sono il Real Belgrado. C’è un grande distacco dal primo in classifica. I primi due anni in Italia non giocavo al fantacalcio, ma sentivo gli altri che ne parlavano. All’inizio non chiedevo niente a nessuno, su come si gioca. Sapevo che esisteva un fantasy in Inghilterra, ma non come funzionasse in Italia. Tutti ne parlavano spesso, quindi l’anno scorso mi sono interessato.
Fin dall’inizio con l’asta mi ha dato belle sensazioni. E’ una cosa che fa gruppo, perché ci scherziamo tra di noi e si creano anche rapporti diversi tra di noi, rapporti che ci avvicinano anche con squadra e staff. Spesso ne parliamo quando siamo con i fisioterapisti, scherziamo tra di noi.
Ma è sempre rimasto un gioco, un divertimento, non sono uno che pensa sempre al fantacalcio. In campo ovviamente non ci penso. E’ un gioco e un divertimento tra di noi, è una sfida in più tra di noi. Abbiamo il gruppo del fantacalcio, spesso ci scriviamo, ci prendiamo in giro, c’è chi piange e chi non piange. C’è anche chi piange in preventivo. E’ un gioco che ci avvicina".
