Éderson José dos Santos Lourenço da Silva, centrocampista dell'Atalanta e per tutti Ed, ha parlato nel corso di un'intervista concessa alla Gazzetta dello Sport.

Intervista ad Ederson

Stagione?
«Sono contento di me, sette e mezzo. Massimo otto. Ho ancora diverse cose da migliorare. E da dimostrare». 
E l’Atalanta convinse la Salernitana con una cifra importante
«L’avrebbero pagata anche altre squadre, forse anche di più. Ma dietro c’era appunto un progetto di squadra, tornare in Europa, e uno personale: farmi diventare un giocatore migliore. Direi che al momento siamo in linea con quegli obiettivi».
La svolta?
«Il giorno della vittoria a Roma con la Lazio. Quella sera pensai: “Finalmente ho fatto tutto quello che vuole il mister da me”».

Ederson sul ruolo


A settembre disse..
«All’Atalanta devo dare più difesa, più corsa, più assist e più gol».

E’ nella fase difensiva che è cresciuto di più?
«Sì, ci ho lavorato tanto. Arrivato qui pensavo a cosa poter dare di più in attacco: come facevo alla Salernitana, lì avevo solo pochi mesi per provare a salvarla. Sul resto credevo di essere a posto: non era vero. Qui ho capito che mi mancava qualcosa, per giocare bene con la squadra, per la squadra. Che per aiutare davanti - e ora posso farlo meglio - devi aiutare anzitutto dietro».
Quindi oggi è più un mediano che un trequartista?
«Da mediano mi sento meglio. E anche per cercare la porta: amo di più partire da lontano».

Ederson sui bonus


Più assist: sabato il primo, a Lookman.
«Mi tengo pure quello per il suo 2-0 a Monza, poi diventato autogol di Marlon. E a Cremona grazie a me poteva fare gol prima: se l’è fatto parare».
Ecco, i gol, il segnare di più: lo sa che qualcuno al suo posto avrebbe tirato tutte due le volte?
«E infatti dopo la prima gli ho detto: “Ade, guarda che alla prossima controllo e calcio”. Invece poi gliel’ho passata ancora... Prima di arrivare all’Atalanta tiravo spesso, di più, ora quando mi riguardo noto se ho sbagliato a non fare un passaggio. So di avere più gol nelle gambe: non so quanti, ma di più. Ma trovare il giusto equilibrio fra segnarli e farli segnare non è meno importante. E sono in tempo per entrambe le cose».