Gli occhi della tigre sono quelli necessari per guardare in modo lucido e onesto alla propria vita e alle scelte in un ambiente in cui è facile confondersi”. Stefano Sorrentino si racconta a tutto tondo in un libro scritto di getto, piacevole e a tratti divertente, che racconta la sua carriera da professionista dai primi passi nelle giovanili della Juventus fino al ritorno al Chievo passando dai ricordi indelebili di Atene e soprattutto di Palermo, la piazza dove ha assaporato grandi imprese e pesanti delusioni.

Alla presentazione del libro, tenutasi oggi pomeriggio a Verona, presenti tantissimi calciatori, dirigenti sportivi, allenatori, ex calciatori tutti amici del portiere del Chievo Verona.

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A 38 anni il portiere di Cava de’ Tirreni non ha voglia di smettere o di cedere la propria porta a qualcuno ed è pronto a giocarsela con tutti (alla nostra domanda se sarà titolare Domenica contro la Juventus ha però glissato perché forse verrà dato ancora spazio Seculin ndr). “Se non ci lavori insieme ti sembra uno che fa il fenomeno, il belloccio, il fighettino. Poi lo conosci e ti trovi davanti uno molto meticoloso, un rompicoglioni, un puntiglioso. La sua faccia lo tradisce, è l’opposto di quello che potrebbe sembrare. Tiene al suo lavoro e gioca ogni partita come se fosse la prima, o l’ultima. E’ un uomo vero”. Con queste parole Rino Gattuso ne fa un ritratto diretto e senza peli sulla lingua. Ogni capitolo si apre con un ricordo dedicato a Stefano: da Buffon a Peruzzi, da Dainelli a Di Natale. Tantissimi compagni di squadra e avversari con cui @stefasorre ha condiviso la sua carriera da professionista.

Un libro, scritto in collaborazione con Marco dell’Olio, che non parla solo di calcio, ma anche di vita. La vita di un padre che con determinazione ha combattuto per arrivare ad alti livelli, mostrando sempre gli occhi della tigre. Un racconto ricco di ricordi: “un’altra cosa che ho tenuto con me della Sicilia: come Superga il 4 maggio, le date degli attentati a Falcone e Borsellino il 23 maggio e il 19 luglio, le conservo nella mia memoria. Come i compleanni delle persone care, come le ricorrenze da non dimenticare. Quando passavo davanti a Capaci, con la macchina, mi scoppiava la testa. Ho vissuto tre anni e mezzo a Palermo e posso dire che, nei giorni in cui ricorrono gli attentati, la città si trasforma. Si trasformano le persone, si trasformano i bar, si trasforma l’atmosfera. Si respira un’aria completamente diversa. In quei giorni sembra di sentire il rimbombo di quel tritolo, il rumore di quelle giornate. Un boato che attraversò tutta la città, da una parte all’altra. Quel sangue, quel dolore, rimarranno per sempre. Per ricordare che la mafia va combattuta, costantemente, con ogni mezzo possibile”. Non solo la biografia di un calciatore quindi, ma anche la testimonianza di un uomo che vuole lasciare un messaggio educativo.

Il ricavato della vendita del libro sarà devoluto al progetto “Insuperabili – Scuola Calcio Ragazzi Disabili” di cui Stefano è diventato testimonial insieme a Giorgio Chiellini. La scuola calcio nasce nel 2011 per ragazzi e ragazze con disabilità fisico-motorie, cognitive e affettivo-relazionali, emotive e comportamentali. 

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