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 Gigi Buffon, portiere del Parma ed ex Juventus, ha parlato nel corso di un’intervista concessa a La Repubblica. Queste le parole dell'ex numero uno dei bianconeri pronto per l'esperienza in Serie B.

Intervista a Buffon sull'addio alla Juve

Addio alla Juve?  «Prima di decidere ho ascoltato la mente per capire se avevo ancora le energie necessarie alla sfida, poi il cuore, perché senza cuore non puoi vincere neppure a briscola».

Depressione? «Guardi, con la testa sono oltre il calcio già da qualche tempo. Ho molti altri interessi e non vedo l’ora di dedicarci lo spazio che meritano. Sono protetto da figli, amici, sorelle, genitori e ho la fortuna di avere accanto una donna, moglie, compagna e amica d’avventura come Ilaria. La depressione è un lontano ricordo divenuto persino abbastanza caro, perché il tormento mi ha fatto apprezzare quanto può essere intenso ogni singolo attimo di una giornata».

Buffon secondo alla Juve

Secondo portiere?  «Ho dimostrato in questi ultimi due anni di saper essere realista. Sono una complicata persona semplice che si alimenta attraverso i sogni, anche se molti di essi si rivelano illusioni o utopie. Tornare a Parma mi emoziona, lì ci sono le radici, è il vestito giusto sulla persona giusta, non il viale spelacchiato di un tramonto».

Juventus?  «La Juve sta benone, gode di ottima salute e ha un grande portiere. Cerchi di capire, io mi sento un artista e non ho voluto smettere perché credo che un artista coltivi sempre il desiderio di mettere in mostra il gesto, se ancora ne è capace, per appagamento personale e una certa dose di narcisismo».

Buffon sul futuro da dirigente

Dirigenza?  «No, non ho nessun accordo per fare qualcosa in società. Torno per la seconda volta in serie B e
se ci sono stato a 28 anni, quando ero il portiere di riferimento mondiale, perché non tornarci a 43? Come nel 2006 scelsi la
Juventus, oggi ho scelto il Parma. Potrei giocare anche in prima categoria, non cambierebbe il mio valore».

Parma?  «È stata l’inizio della mia vita, quella di un ragazzo in stato di semilibertà che si metteva alla prova in un territorio diverso dal proprio nido. Parma è stato il luogo dove sono atterrato dopo aver spiccato il primo volo. Mi ha cresciuto, protetto, spesso perdonato le cazzate. Sono stato bizzarro, è vero, e sono stato criticato aspramente per alcuni comportamenti in campo e fuori, ma il giudizio degli altri è spesso un veleno che ti devi far scivolare addosso se non vuoi rimanere intossicato». 

Donnarumma e le sue migliori qualità? «La fisicità, il talento e la personalità».