Tutta l'amarezza di Nicola Sansone. L'esterno ex Sassuolo è tornato a parlare al "Corriere dello Sport" del suo addio al Bologna, nonostante la sua chiara volontà fosse di restare ancora a lungo. Ecco le sue parole.

Addio al Bologna, le parole di Sansone

«Io e mia moglie immaginavamo la nostra vita qui. Ai bimbi non l’abbiamo ancora detto. Non sarà facile. Io posso andare via a testa alta, ho dato tutto. Soprattutto negli ultimi sei mesi. Sono sincero: mi aspettavo qualcosa, un’offerta, anche con ingaggio ridotto. Non c’era nessun problema. Non voglio fare polemiche, le scelte della società si rispettano e si accettano. Però mi dispiace. Al mio procuratore ho detto sempre: Bologna, noi vogliamo stare qui. Durante l’anno aveva parlato con Sartori, ma non si sapeva ancora nulla. Bisognava aspettare. Verso aprile mi avevano detto che il mister sarebbe venuto a dirci qualcosa, ma non è mai venuto. Non mi ha mai detto nulla. Dopo Lecce io e gli altri siamo stati convocati. Fenucci e il presidente mi hanno ringraziato».  
 
«A gennaio era stato Fenucci a farmi rimanere qui, lui ci credeva in me, lui era veramente dalla mia parte. Non voleva che andassi via a gennaio. Aveva parlato con l’allenatore. All’ultimo colloquio era molto dispiaciuto. Fenucci è un uomo vero e serio. E anche il presidente. Erano dispiaciuti, lo leggevo negli occhi. Rapporto con Motta? Normale, buono. Parlava bene di me, non ho mai avuto nessun problema. Solo che non ci ha detto nulla, era presente quando è stato comunicato l’addio di tutti. Niente polemiche. Solo non mi ha spiegato il motivo. Potevo essere ancora utile, forse potevo giocare di più. Le prime cinque, sei partite le ho passate in panchina. I ruoli posso farli tutti. E mi è piaciuto giocare punta. Sarebbe stato meglio giocare con Arnautovic, ma non è mai successo».