E’ stato ascoltato dalla Procura Antimafia, nel merito dell’inchiesta dei rapporti tra la dirigenza della Juventus e la criminalità organizzata, il procuratore FIGC Giuseppe Pecoraro.
Questi alcuni stralci delle sue successive dichiarazioni: ”Al di là delle intercettazioni, io mi occupo della gestione dei biglietti e abbonamenti. Se c'è in questa gestione una permeabilità della dirigenza juventina questa non riguarda me ma la Commissione Antimafia e la procura. Una cosa è certa: i biglietti sono stati distribuiti anche a persone legate alla criminalità. Tra chi dominava nel bagarinaggio degli abbonamenti e dei biglietti, e si parla di una cifra alta, c'era anche Dominello. Processo sportivo? Siamo in attesa dell'udienza del 26 maggio. Il Tribunale federale nazionale ha scelto questa data per far sì che non ci siano effetti sul campionato di Serie A e in modo tale che tutto possa avvenire con la massima serenità”.
Poi da Pecoraro alcune precisazioni sul deferimento di Andrea Agnelli, in risposta al senatore Stefano Esposito: "Le parole vanno misurate, lei non deve sostenere assolutamente che io abbia affiancato il presidente Agnelli alla 'Ndrangheta. Altrimenti avrei usurpato i ruoli della giustizia ordinaria. I motivi del deferimento sono vari: l'articolo 12 del Codice di giustizia sportiva dice che non è possibile il bagarinaggio, è un articolo preciso. Della gestione dei biglietti era a conoscenza anche Agnelli. La responsabilità è in primo luogo del presidente della società che era consapevole o comunque non ha vigilato sulla gestione dei biglietti. C'è una responsabilità diretta e una indiretta per essere rappresentante legale della società. A noi interessa la condotta antisportiva e di slealtà, questo concetto è nel Codice sportivo: un dirigente non può avere un certo tipo di comportamento Io non posso escludere che Agnelli fosse a conoscenza dell'estrazione di Rocco Dominello. Questo per me è un indizio. Sono convinto da una serie di dati che l'incontro tra Agnelli e Dominello c'è stato”.