Giusto, quindi, ritirare la sua maglia, così come fu per Maradona?
Nella storia del calcio italiano non sono poi molti i numeri ritirati per omaggiare un campione e la sua storia in una determinata squadra, anche perché solo nel 1995 la numerazione divenne fissa.
L'ultimo numero ritirato, forse il più tragico, fu il 13 della Fiorentina, in memoria del compianto Davide Astori, scomparso un anno fa. In molti casi la scelta di ritirare il numero è stata difatti legata alla scomparsa del calciatore, come nei casi di Pisani (maglia numero 14, Atalanta), Galli (27, Bologna), Mero (13, Brescia), Mayelé (30, Chievo), Signorini (6, Genoa), Morosini (25, Livorno e Vicenza), Facchetti (3, Inter), Zucchini (4, Pescara) e Savoini (3, Vicenza). In altri casi la scelta è stata fatta solo per "ringraziare" il campione della sua esperienza in squadra: è il caso di Baggio (maglia numero 10, Brescia), Loseto (2, Bari), Riva (11, Cagliari), Galardo (4, Crotone), Tavano (10, Empoli), Rossi (7, Genoa), Zanetti (4, Inter), Maldini (3, Milan: ma uno dei suoi figli in futuro potrebbe rivestirla), Baresi (6, Milan), Sullo (41, Messina), Maradona (10, Napoli), Breda (4, Salernitana) e Mignani (4, Siena). In altri casi il numero è rimasto disponibile, ma vacante (vedi la 10 di Totti), oppure prima ritirato e poi riassegnato (la 10 del Livorno, dopo Protti a Tavano, o la 6 della Roma, da Aldair a Strootman).
In Italia, inoltre, Lazio, Parma, Atalanta, Genoa, Cesena, Palermo, Lecce, Torino e Pescara hanno ritirato la loro '12' in omaggio alla tifoseria, spesso, effettivamente, un "dodicesimo" uomo in campo.
Giusto, quindi, omaggiare allo stesso modo anche Hamsik?
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