Per domenica le possibilità di giocare diminuiscono sempre di più, e lo spettro del fallimento è ormai ad un passo. L'udienza in Tribunale è fissata per il 19 marzo, una data che oggi rappresenta la vera scadenza che ha il Parma per provare a salvare il salvabile. Il neo presidente Manenti è allora intervenuto ai microfoni di Sky per spiegare la sua personale versione dei fatti.

 

 

CERCHEREMO DI PAGARE - "Stiamo cercando di preparare i documenti da portare in procura in modo ci sia un piano credibile e duratura negli anni. Abbiamo visto la parte contabile, fiscale e legale legata al problema Parma. Cercheremo nei prossimi giorni di fare i primi pagamenti. Dove sono i soldi e quando ci saranno questi pagamenti? Io ho sempre parlato di tempi tecnici riferiti non solo da quello che abbiamo estrapolato da tutti i dati ma anche tempi che ci permettevano di valutare l’effettivo debito e i pagamenti da fare. La prossima settimana ci presenteremo in Procura con dei pagamenti effettuati che ci permetteranno a brevissimo di pagare non oltre il 30 Giugno tutta la parte rimasta inevasa"

 

I SOLDI CI SONO SEMPRE STATI - "Altrimenti non ci saremmo lanciati in un’avventura cosi. Ovviamente dal dire all’inizio sono 50,100 o 200 milioni a dire oggi con più o meno precisione di quanto si tratta ci permette di lavorare in modo sereno. I soldi non sono sul conto del Parma ma ci sono. Anche in precedenza abbiamo mostrato che c’erano ma non siamo riusciti a concludere. Sui pagamenti vogliamo farli subito e mostrare alla Procura di averne fatti di importanti. Appena è ultimato il lavoro dei professionisti partoni i primi pagamenti. Di chi sono i soldi? Di sponsor che credono nel sistema calcio italiano e che sono intenzionati ad investire in Italia. Veicoleremo molti sponsor e persone intenzionate ad investire".

 

MANENTI, MA CHI TE L'HA FATTO FARE? - "Un’innata passione per lo sport e per il calcio. Credo nel progetto che stiamo portando avanti. A me non interessa quello che dice la gente. A me interessano le persone con le quali lavoro. Sono 24 anni che opero nell’Est Europa e si contano sulle dita di una mano quelli che parlano male di me. I soldi arrivano dall’Italia, dall’Europa e da fuori Europa. Non tutti possono essere proprietari del Parma. Il proprietario sono io e nessun altro. Ho un buon rapporto con i giocatori. Ci sentiamo spesso con il  mister e capitan Lucarelli. Le rassicurazioni sono quelle che abbiamo sempre detto. Purtroppo c’è molta confusione perché tutti dicono la loro. Rischio fallimento? Dipende dalla volontà delle persone. Con un piano concreto e reale il Parma non fallisce".

 

IO UN BLUFF - "Se sono un bluff? Forse sì, forse no. Lo vedremo. Qui in Italia ognuno dice ciò che vuole. A chi dice che solo in Italia potevo comprare una squadra di calcio? Inutile discutere perché ne ho altre".