3 ottobre 2005 muore in diretta televisiva Franco Scoglio “il Professore”.

 

 

“Personaggio assoluto” che  ha amato il Genoa in modo morboso forse anche troppo. Mi era stato presentato da un amico comune da Puppo a Pegli e, come benvenuto, ne è uscita una lite pazzesca. La causa di tale diatriba era Sogliano, personaggio a me poco simpatico. Nonostante l’incidente il rapporto è continuato con conversazioni lunghissime sul Genoa ed i suoi racconti e la sua mimica devo ammettere che mi mancano moltissimo.  Franco Scoglio ha lasciato un vuoto che mai sarà colmato.

 

 

 

Ricordiamolo attraverso i suoi straordinari aforismi:

 

- Io non faccio poesia, io verticalizzo!

- A volte penso che Gesù Cristo sia rossoblù.

- Si capisce subito quando un giocatore sa fare la diagonale del rombo.

- La vittoria non mi dà emozioni particolari ma odio la sconfitta.

- Quando perdo divento una bestia e a casa litigo con mia moglie.

- Che libidine quando perdo. La sconfitta mi esalta come le vittorie: posso riassaporare degli stimoli insostituibili.

- Lei, laggiù in fondo, mi deve ascoltare. Altrimenti io sto qui a parlare ad minchiam. (in conferenza stampa rivolgendosi ad un giornalista).

- Il Genoa è una cosa particolare, ha un Dio tutto suo…

- Ci sono 21 modi per battere un calcio d’angolo e 12 per battere una punizione.

- La Coppa Italia? Vale quanto la coppa del Nonno. La Coppa delle Coppe vale la Mitropa!

- Sono un diverso perchè non frequento il gregge: il sistema ti porta all’alienazione.

- Io non comando i giocatori, io li guido.

- Pagherei 2 biglietti per vedere Maradona.

- Tutte le mattine devo alzarmi odiando qualcuno.

- Il gol preso a Bergamo calcisticamente non esiste.

- Il presidente non esiste, la squadra non esiste e la società non esiste, ma nella maniera più assoluta: esiste solo tifoseria e tecnico.

- Se qui a Genova non vinco uno scudetto in tre anni torno a Lipari a fare l’albergatore.

Scoglio amava fare paragoni per esaltare i suoi. I tre giocatori di seguito erano nazionali tunisini in forza al Genoa:

-Bouza è tatticamente come Maldini.

- Gabsi è il Di Livio d’Africa.

- Badra è secondo solo a Baresi.

- La corsa è il nostro vaccino, la tattica esasperata la nostra minestra.

- Noi siamo il Genoa e chi non ne è convinto posi la borsa e si tolga le scarpe. Noi non siamo il Roccapepe! Che poi dove razzo sarà stò Roccapepe, magari è un paese bellissimo…

- Io i colori rosso e blu li ho nel sottopelle, capisce? Non prendo in giro nessuno quando dico che il Genoa è tra le prime 10 squadre d’Europa, come nome.

- Mi rilasso con i fumetti di Topolino e con i film western: so già che avranno un lieto fine.

- Oggi faccio un’analisi a 300 gradi, 60 gradi li tengo per me.

- Il doping è sempre esistito e i calciatori sono ignoranti, nel senso che ignorano elementi di chimica e farmacologia.

- Quando mantengo la testa sulle spalle posso combinare qualcosa di buono. Ho sbagliato due stagioni non ero lucido e mi sono prostituito.

Stagione 88/89, negli spogliatoi del Genoa:

- Ragazzi questa formazione me l’ha predetta Dio.

- Gli avversari hanno il sapore dei datteri.

- L’uomo discende dall’Africa ed è per questo che sono arrivato qui io ad allenare.

Intervista al Tg2:

- Sono un allenatore di strada, un pò prostituta, che si arrangia.

- La vita è una roulotte.

- Le caratteristiche che devono avere i miei giocatori? Senz’ altro necessitano di attributi tripallici. Quelli che hanno 3 palle fanno il pressing, quelli che ne hanno 2 giocano al calcio, quelli che ne hanno 1 fanno le partite tra scapoli e ammogliati.

 

Redazione CG