Un campionato nato male, con l’infortunio al ginocchio sinistro e due mesi di assenza, poi il rientro e il contributo fondamentale per i record del Benevento. Adesso questo nuovo, lungo e indefinito stop. Non è una stagione normale quella di Pasquale Schiattarella. Che, come tutti, attende per sapere cosa succederà. Ecco le sue dichiarazioni riportate dalla Gazzetta dello Sport:

Prima ipotesi: si riparte.

«E’ quella che mi auguro. Leggo che dal 4 tutti possono uscire a correre. Ma come fa un calciatore di A ad andare a correre per strada? Non è meglio riaprire i centri sportivi? Io mi sento più sicuro se lavoro nel mio centro sportivo».

Seconda ipotesi: non si riparte e vengono tenute valide queste classifiche.

«Promozioni e retrocessione vanno stabilite, per tanti motivi: le società che hanno investito tanto, le scelte professionali dei calciatori, i risultati ottenuti... Cose che pesano».

Terza ipotesi: non si riparte e si annullano i campionati.

«Impensabile. Il mio compagno Kragl dice che in quel caso smette. Ha ragione. Mio fratello fa l’operaio, guadagna 1.000 euro e continua a lavorare. Nel calcio c’è contatto, ma possiamo essere più controllati. Ripartire è un traino per tutti».

La disperazione di  Schiattarella (Getty Images)

Sarebbe la terza promozione in A dopo Livorno e Spal.

«A febbraio eravamo sicuri di farcela, scendevamo in campo e ci sentivamo invincibili. Quando mi ricapiterà? La Spal era una neopromossa ed è stata una favola, a Livorno ci ha dato la spinta Nicola dopo quello successo l’anno prima».

Alla Spal invece segnò il gol che mai avrebbe voluto fare...

«Quello al Napoli, il mio unico in A, alla squadra del mio cuore. Se gioco al sabato, alla domenica parto con mia moglie e andiamo a vederlo in trasferta, oppure ci troviamo a casa con suoceri e genitori. Una fede».

Inzaghi per lei ha cambiato modulo malgrado il Benevento andasse già forte.

«Nel 4-4-2 al centro c’eravamo io e Viola. Quando mi sono fatto male hanno preso Hetemaj e quando sono rientrato Inzaghi è stato coraggioso passando al centrocampo a 3, la scelta che ci ha dato la spinta decisiva».