E' tornato a parlare Giampiero Ventura dopo mesi di silenzio. Le ultime parole al termine della disastrosa partita contro la Svezia che ci ha eliminato dai Mondiali che cominceranno in Russia tra qualche giorno. Queste le parole dell'ormai ex Ct in una lunga intervista rilasciata su Rai 1 a "Che tempo che fa": "Dove vedrò i mondiali? A casa mia, sarà una sofferenza. Il racconto della disfatta? Arriviamo alla partita con la Spagna con numeri importanti. C'erano due possibilità: vincerla o andare agli spareggi. Subito dopo la sconfitta c'è stata una violenza inaudita alla prima sconfitta in un anno, in tanti a chiedere le mie dimissioni. C'è stata una delegittimazione esterna su di me, che ha condizionato la gara. C'era già stata una delegittimazione interna. Il progetto prevedeva la presenza di Lippi come direttore tecnico e come tutor ed io sono rimasto senza rete in un ruolo che non conoscevo. Avrebbero potuto saperlo prima, per un anno ho fatto sia il ct che il direttore tecnico. Nel momento in cui sarei dovuto essere investito ufficialmente, poi improvvisamente ha deciso di nominare Ulivieri. Questa è una delegittimazione".
DOPO LA MACEDONIA LE DIMISSIONI - "Dopo la gara con Israele, successiva a quella con la Spagna, mi sarei dovuto dimettere, perché tutto lo stadio fischiava la Nazionale. Mi sono dimesso dopo la partita con la Macedonia. Aveva presentato le mie dimissioni ai dirigenti, dicendo che serviva qualche altra persona che potesse portare serenità, perché era un clima devastante. Le mie dimissioni, comunque, non erano state accettate. Ma avevo già deciso che anche se anche se ci fossimo qualificati, non sarei andato ai mondiali".
POST SVEZIA - "Non mi sono dimesso dopo la Svezia perché sarebbe stato come ammettere di essere l'unico responsabile di una disfatta che ha anche altri padri. Sono diventato il capro espiatorio di tutti i mali del calcio. Mi sono messo nei panni degli italiani e so che stanno soffrendo, ma passerà. A me, invece, non passerà mai. Faccio un in bocca a lupo a Mancini di cuore affinché possa essere messo nelle condizioni di poter lavorare in una maniera corretta e di poter aver a che fare con persone che dicono quello che pensano. Ora voglio rimettermi in gioco e dare delle risposte sul campo".