Lunga e interessante intervista concessa da Paolo Maldini a Marca. Ecco alcuni stralci.

Che partita ti aspetti da Spagna - Italia?

Una partita molto difficile per l’Italia. Soprattutto perché la Spagna terrà quasi sempre palla. Non è impossibile per noi perché l’italia è messa bene tatticamente, però senza dubbi la Spagna è favorita

Come giocherà l’Italia?

Immagino che giocherà con la coppia d’attacco Pellè - Eder. Si suppone che Pellè farà da sponda a Eder, che è più rapido e tra i due centrali è pericoloso. Però sappiamo come difende l’Italia, con quelli dietro che giocano insieme anche nella Juve, ed è un bene.

Ti stai divertendo con la tua nazionale?

Abbiamo infortuni importanti. Non abbiamo giocatori di qualità a centrocampo come Verratti e Marchisio, è un grande handicap per noi, perché così Conte non ha tanta varietà per scegliere. Nella seconda e nella terza partita abbiamo fatto vedere poco calcio e per vincere contro la Spagna dobbiamo fare molto di più. Devono essere coraggiosi, possono farlo e lo sanno, ma siamo tecnicamente inferiori alla Spagna.

Come si può fare male alla Spagna?

In contropiede. L’Italia non ha una tanta qualità, però ha buone combinazioni sugli esterni che nel 3-5-2 giocano le due fasi, difesa e attacco. Dipenderà da chi giocherà lì, però non credo che Conte metterà due giocatori difensivi. A destra o a sinistra potrebbe schierare un calciatore come El Shaarawy o Florenzi, cioè qualcuno che possa attaccare e approfittare del fatto che i laterali spagnoli subiscono abbastanza.

L’Italia di Prandelli era molto diversa…

Qualche giocatore che giocherà oggi era presente in quella finale persa 4-0 e ci penserà… chissà se questo possa portare un po' di paura di subire una simile sconfitta. Per quest’italia è senza dubbio una squadra che sa quello che fa. Non che la squadra di Prandelli non lo sapesse, ma conte è un allenatore come Sacchi: tatticamente è un martello ed è difficile che faccia ripetere alcuni errori.

E la spagna come può fare male?

Con la grande qualità che ha negli attaccanti, gli inserimenti dei laterali sono fondamentali. Molte volte il gioco della spagna non è molto rapido e gli avversari chiudono gli spazi. E gli inserimenti dalla fascia possono essere le uniche sorprese.

L’italia può avere più alternative di gioco?

Questa è la vera Italia, l’unica che c’è. Tutti sappiamo che è una nazionale con poca qualità, però è una squadra dura e difficile da battere, che sa sempre cosa fare. Un’altra cosa importante è che conosce i propri limiti e questo è molto importante nel calcio. Però per battere la Spagna deve avere più coraggio di quello che ha dimostrato fino ad adesso.

Della selezione spagnoli cosa ti piace di più? Qual è il calciatore che più ti ha colpito?

In questo inizio mi è piaciuto molto Nolito, è un calciatore con molta vivacità. Un altro calciatore importante è Busquets perché è quello che dà equilibrio.

Perché non ha mai lasciato il Milan?

Perché qui ho trovato tutto quello che cercavo: ero nella mia città, con i miei colori, dove ho iniziato a giocare quando avevo 10 anni, come mio padre. Il mio Milan ha vinto tutto.

Sono parecchi anni che il Milan è in crisi.

Si sono molti anni, c’è tanta confusione e non ci sono ruoli ben definiti in società e non c’è una guida chiara del presidente. Né si fanno più investimenti come gli anni passati, si spende di meno e ci sono poche idee.

Tu non potresti cambiare qualcosa da dentro la società?

Tra me e le persone che lavorano oggi al Milan ci sono idee completamente diverse sul calcio. Loro gestiscono il club ed è giusto che lo facciano nel modo che ritengono opportuno. Quindi non sono io che non voglio…