Carlo Ancelotti a 360 gradi. Il tecnico del Real Madrid, al "Corriere dello Sport", ha parlato di diversi temi come il caso Ronaldo e la favorita per il Mondiale.

Sull'Ancelotti di oggi

«Se sono cambiato? Certo che sono cambiato. Sono più elastico. Fino a poco tempo fa era difficilissimo che rivedessi sistema di gioco e strategia durante la partita. L’aumento delle informazioni, degli interscambi, dell’organizzazione degli avversari mi ha spinto a questo. Anche i giocatori si sono evoluti, sanno coprire più ruoli e zone del campo. Sono più duttili e se gli chiedi qualcosa di diverso sai già che non li metterai in difficoltà. Tempo fa lessi un’intervista a Viggo Mortensen: “La cosa migliore per un attore - disse - è essere flessibile, perché ogni regista è diverso e ogni ruolo è diverso”. Trovo che sia perfettamente adattabile a chi fa calcio. È finita l’epoca degli integralismi. Nei novanta io posso difendere a 3, passare al 4-4-2, al 4-5-1. L’avversario e l’andamento della partita non si possono trascurare».  

Su Richarlison

«È un attaccante moderno, completo, non fino con i piedi, ma ha un tempo fantastico in area ed è molto coordinato. Non è un gigante, ma di testa è forte. Non è il tipico attaccante brasiliano, ma lo metto tra i migliori in circolazione. Siamo in una fase di transizione, in particolare per gli attaccanti. Stanno finendo Ibra e Ronaldo, Suarez, Cavani, Messi e Benzema hanno 35 anni, Lewandowski li farà l’anno prossimo. Il nuovo è rappresentato da Mbappé, Richarlison, Haaland, Julian Alvarez e Darwin Nuñez. Gonçalo Ramos non lo conoscevo».  

Su Ronaldo

«Lui probabilmente si sente ancora vent’anni perché sta bene, dal corpo ha le risposte che cerca. Ha sempre curato il fisico in modo quasi parossistico. La concorrenza però si è fatta dura, nel Portogallo uno come Leao parte dalla panchina. L’ho avuto due anni, problemi zero. Anzi, me li ha risolti lui. Uno che segna almeno un gol a partita può essere considerato un problema? Cristiano si allena benissimo, è attento ai particolari, per me è stato fin troppo facile gestirlo. È un giocatore eccezionale. Con me avrà giocato cento partite e segnato più di cento gol, uno che ne butta dentro 50 ogni anno fa il bene della squadra. Ma vuoi parlare di Ronaldo o del Mondiale?».

Sul Brasile

«È la squadra più completa, ha qualità, freschezza, esperienza e l’esperienza in situazioni come questa conta tantissimo. Ma sono curioso di vedere l’Inghilterra con la Francia. Il limite degli inglesi resta la mentalità... In questo Mondiale non ci sono state novità, poche anche le sorprese».

Su difesa e contropiede

«Sono attualissimi. Contano le interpretazioni, gli adattamenti, i tempi di esecuzione. Come ha detto il più grande di tutti noi, Mourinho: ho vinto tante partite in questo modo».