Presentazione di Cristian Brocchi in conferenza stampa, senza Berlusconi ma alla presenza dell'A.D. Galliani, che ha avuto modo di discutere dell'arrivo del nuovo tecnico. Queste le sue dichiarazioni.
IL NUOVO ALLENATORE - "Conoscete Cristian Brocchi da molti anni, ora però è nel suo nuovo ruolo. E' la giornata di Cristian. E' stato un passaggio dove il Presidente e io, come facciamo da 30 anni, ci siamo parlati, ci siamo confrontati e poi siamo arrivati ad una decisione condivisa. Oggi ho letto di interpretazioni su pensieri del Presidente e su miei pensieri. Quando prendiamo una decisioni noi la condividiamo, la Società ha scelto questa linea e quello che dovevamo dire l'abbiamo detto ieri con i comunicati. Abbiamo identificato Cristian come la persone che può dare una scossa e che può far migliorare il gioco della squadra".
L'ADDIO A SINISA - "Mihajlovic ha fatto un buon lavoro e gliene diamo atto, ha ottenuto buoni risultati, siamo in Finale di Coppa Italia e siamo sesti in Campionato. Tutti ci auguriamo che Cristian sia l'allenatore anche l'anno prossimo, se così non dovesse essere resterà nel Milan. Sta facendo un grande lavoro e quindi nei quadri del Milan rimarrà comunque vada. Io guardo sempre al futuro, il passato non è modificabile, ci sono stati una serie di colloqui tra me e il Presidente che hanno portato la Società a prendere questa decisione. Fino al Sassuolo stavamo marciando molto bene, poi sono arrivate queste 5 partite con soli 2 punti. Sono state analizzate queste 5 partite nella loro interezza e da lì è arrivata la decisione societaria. Noi non abbiamo contattato nessun allenatore, speravamo di arrivare fino a fine stagione prima di prendere una decisione, nessun allenatore comunque può dire di essere stato contattato dal Milan. Questa Società è gestita dal Presidente Berlusconi, e per la parte sportiva dal sottoscritto. Le decisioni vengono prese sempre condividendole e questa è stata la decisione societaria del Presidente e del sottoscritto. Visti questi 5 ultimi risultati è stata presa questa decisione di promuovere l'allenatore della Primavera, discorso simile a quello fatto dalla Lazio con Simone Inzaghi. Non c'è nessun caos. Dispiace che non ci sia il consenso, ma chi gestisce una Società ha il diritto di prendere delle decisioni. Questo è quello che noi abbiamo pensato di fare per il bene del Milan. L'importante non è la condivisione della scelta, l'importante sono i risultati che arriveranno, nel calcio alla fine contano quelli. Quando arrivano i risultati è sempre tutto perfetto. I risultati sono l'unica cosa che contano, siamo convinti che questa decisione possa fare del bene al Milan."
Anche il nuovo tecnico s'è presentato alla stampa. Queste alcune delle sue parole.
CULTURA DEL LAVORO - "La prima cosa che mi viene da dire, è che porterò la cultura del lavoro, proseguirò con questa cultura del lavoro che questo gruppo già ha. In questa stagione ha già fatto vedere di averla. Li ho visto all'opera e ho sempre visto un gruppo che aveva tanta voglia di lavorare e questo è merito di Mihajlovic e del suo staff. Ho la volontà di portare quella che è la mia metodologia di allenamento, che può essere diversa per quello che altri allenatori hanno messo in atto. La mia metodologia aiuta i ragazzi ad interpretare il lavoro situazionale in campo. Ieri è stato il primo giorno, particolare, non si può cambiare subito la mentalità nei giocatori".
UTILITA' DEL CAMBIAMENTO - "Un cambio nell'immediato ti segna, ti dà da pensare, cambiare le persone che sono a stretto contatto con te ti porta ad essere più o meno triste. C'è stato un buon impatto perchè comunque sono noto nell'ambiente Milanello e quindi questo forse ha inciso meno. Sul campo sto cercando di iniziare a fare qualcosa di mio, di far capire quali sono i miei pensieri, di come allenarli. Sto cercando di spiegare le esercitazioni".
MODULO E TATTICA - "A me piace giocare con il centrocampo a 3 e una difesa a 4, in attacco ho sempre cercato di trovare diverse alternative. Mi piace l'idea di giocare con il trequartista, l'ho fatto con la Primavera nella seconda parte di stagione. Dovrò capire gli interpreti che dovranno giocare un certo tipo di calcio. Nella squadra ci sono giocatori che possono giocare a 3 a centrocampo, c'è chi può fare il trequartista e abbiamo la possibilità di giocare col tridente. Queste sono le strade che seguiremo".
RISCHIO DI BRUCIARSI? - "In questi mesi il termine bruciarsi è stato usato in maniera esponenziale, non è questione di bruciarsi o meno, è una questione di giocarti un'opportunità, il rischio esiste, uno deve avere l'umiltà di capire che se le cose dovessero andar bene è tutto bello, se non vanno bene dovrai ripartire e ripercorrere strade che già hai percorso, sapendo di avere avuto una grande opportunità. Io mi giocherò questa opportunità con la massima umiltà, con lo spirito che mi ha sempre contraddistinto, non ho paura e sono tranquillo, so quello che posso fare. Non sono sicuro che le vinceremo tutto, ma darò il 110% come lo farà tutto lo staff che mi ha seguito".
OBIETTIVI MILAN - "Prima della Finale dobbiamo conquistare un posto in Europa, non si può pensare solo alla Finale con la Juve, ci sono delle partite prima che dobbiamo vincere. Attraverso queste partite è normale che si cercherà di seminare per arrivare alla partita con la Juve cercando di aver instaurato con la squadra un rapporto forte, che loro riescano a fare quello che noi chiediamo. Non si può entrare a piedi pari nel giro di uno o due giorni, però bisogna mettere in ogni allenamento dei segnali sin da subito. Sfrutteremo al massimo il tempo che abbiamo a disposizione. In questo momento c'è bisogno di avere un equilibrio e l'intelligenza di impostare la squadra".
IL MILAN ATTUALE - "Il livello della rosa è sicuramente buono, cercherò di dare a ogni singolo giocatore di essere più forte di quanto si sentono ora, alcuni giocatori hanno reso al di sotto delle loro potenzialità, non per colpa di chi c'era prima. La speranza è che il maggior numero di giocatori possa credere di più nei proprio mezzi e in quello che fa, mettendo il singolo a disposizione della squadra. Per me il singolo emerge quando il gruppo riesce a metterlo nelle condizioni ideali per fare qualcosa di buono".
IL RAPPORTO CON BERLUSCONI - "Non so come è nata l'empatia tra me e il Presidente, penso che abbia sempre manifestato la voglia di seguire il Milan in tutte le dinamiche. Credo che in questi anni, il fatto che si sia parlato delle mie squadre per come giocavano lo abbiano incuriosito e abbia iniziato a seguirmi di più, avrà avuto delle persone fidate che gli avranno dato delle relazioni importanti e da lì poi credo sia nata questa empatia".
LA SCELTA DEL CAVALIERE - "Quando mi è stato comunicato in maniera ufficiale in me c'è stata una grande emozione. Questo per me è il 20esimo anno di Milan, e per me essere qui a giocarmi questa opportunità è la cosa più bella del mondo."