Zlatan Ibrahimovic in gol alla prima da titolare col Milan nel 2020 (getty)

Erano anni che non accadeva. Una vera, concreta, piccola rivoluzione della Serie A, realizzatasi grazie (o per colpa, dipende dai punti di vista) del calciomercato invernale. Una serie di transazioni, spostamenti, prestiti e firme a zero che ha in qualche misura stravolto alcuni standard tecnico tattici della Serie A. Ed, inevitabilmente, anche del Fantacalcio.

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Chi aveva bisogno di cosa

Il Milan, anzitutto, per via della sua contestabile classifica e il rendimento al di sotto delle aspettative di molti dei volti nuovi del 2019, aveva necessità di mettersi a nudo e rivestirsi. Ecco allora che, nel giro di pochi mesi, s'è passati dal 4-3-1-2 di Giampaolo, con Piatek e uno tra Leao e Rebic davanti, al 4-3-3 prima, ed al 4-4-2 poi, di Pioli, con Ibrahimovic e Leao davanti, Castillejo tornato protagonista, e Paqueta messo addirittura da parte. A sorpresa, poi, Caldara è tornato alla 'sua' Atalanta - un affarone per i fantallenatori, e anche per Gasperini - in cambio di Kjaer, che ha fatto il percorso inverso. Altra squadra che aveva necessità di ricostruire, soprattutto a centrocampo, era il Napoli, a sua volta passato per un cambio di guida tecnica. Gattuso ha (ri)portato il 4-3-3 in azzurro, e con esso lo stringente bisogno di centrocampisti pronti all'uso. Ecco perché gli arrivi di Demme e Lobotka hanno un senso, soprattutto nell'ottica della ricomposizione di un reparto che, negli ultimi anni, aveva perso di fila Diawara, Rog, Jorginho e Hamsik. Oltre che di Politano, che renderà più imprevedibile un reparto che forse da troppo tempo viveva esclusivamente delle invenzioni di Mertens, Callejon e Insigne (almeno i primi due, al passo d'addio). C'è poi la Roma, che per via del lungo infortunio di Zaniolo voleva sacrificare addirittura Spinazzola (ben tenuto in considerazione da Fonseca) e che alla fine ha preso Perez. Da subito, invece, pare essersi ambientato a Firenze Patrick Cutrone, che stranamente ha irrobustito la batteria delle punte in Viola. Ora, messo da parte Pedro - che flop! - , avranno molto meno spazio anche Vlahovic e Boateng, per la disperazione di chi tanto ha investito su di loro all'asta. E la Juventus Campione d'inverno? Ha fatto poco, oltre alle uscite. Ma impostare un grande affare, come quello che porterà Kulusevski a Torino in estate, è già un grande passo. Il più grande in assoluto, però, resta e resterà Eriksen: finalmente un top player, in Serie A, arrivato nel fiore degli anni e non quando è già intrapresa la parabola discendente. Conte, adesso, può sorridere. E di gusto.

Le piccole e quegli aggiustamenti che sanno di cambiamento

Sembrerà poco, in confronto ai nomi di livello che abbiamo citato poc'anzi, ma anche le medio piccole, in Serie A, quest'inverno hanno avuto il loro bel da farsi. A iniziare dal solito, frenetico, Genoa, che ha riportato un grande ex rossoblu come Perin sotto la lanterna, oltre a Behrami e, attenzione, Mattia Destro: tutti ex di livello e vogliosi di dare il loro contributo per la salvezza. Se cambiare allenatore (più volte), assetto tattico, e colonna vertebrale della squadra in così poco tempo non è rivoluzione...

E poi c'è il Bologna, che ha sì sacrificato l'ex centravanti di Roma e Milan, ma ha regalato a Mihajlovic un centrocampista di valore assoluto: Nico Dominguez era uno dei 10 prospetti più interessanti in assoluto del panorama calcistico sudamericano, e da centrocampista tuttofare e box-to-box darà il suo bel contributo alla continua crescita della squadra emiliana. E non è finita qui, perché per un Donati tornato sorprendentemente a Lecce, c'è un Borini che scalpita per tornare ai suoi standard nel Verona più efficace delle ultime stagioni. E non dimentichiamoci di Kurtic, che dalla Spal è andato al Parma, Dabo che ha preso il suo posto a Ferrara, e - a proposito di ritorni inattesi - Bruno Peres che si rivede a Roma dopo 18 mesi trascorsi in patria. Chiamatelo calciomercato. Noi, a questo punto, e viste le vacche magre del decennio 2010-2020, la chiamiamo rivoluzione.

Una rivoluzione silenziosa che tocca tutti. Anche al di fuori del calcio

Pensateci: tutto sa di novità. Il mercato invernale non ha mai prodotto, in appassionati ed addetti ai lavori, una sensazione così prossima al cambiamento. E poiché di calcio e fantacalcio ci nutriamo nella nostra quotidianità, il paragone più immediato che ci viene da fare, rimanda a qualcosa che ci tocca altrettanto da vicino, e giorno per giorno: la mobilità. Ogni mattina ci svegliamo, ci vestiamo, e usciamo, moltissimi con mezzi propri, per recarci al lavoro o a studiare. Lo facciamo con l'automobile, che nonostante la straordinaria evoluzione fatta nel tempo, in una cosa non è ancora cambiata: si "nutre" di gasolio o di benzina, carburanti che si sono evoluti ma non al punto da evitare di impattare sull'ambiente. E in questo senso, ciò che innoverà per sempre le nostre vite sarà la mobilità elettrica. Decidere in che modo muoversi, da oggi, facendolo in modo più facile, intelligente e soprattutto sostenibile sarà la nostra vera sfida: una battaglia da vincere anche grazie al definitivo abbattimento di una serie di falsi miti e pregiudizi che mai più di oggi risultano infondati. I veicoli, in primis, sono ultra sicuri, anche quando piove e durante i temporali, e - pur avendo prezzi d'acquisto ancora leggermente superiori rispetto a quelli di modelli tradizionali confrontabili - , tra incentivi all'acquisto, vantaggi fiscali, spese più contenute legate alla minor manutenzione necessaria si fa presto a recuperare dalla spesa iniziale.

Le ricariche, inoltre, non durano più così tanto: a casa (dove serve solo un cavo di ricarica e una presa di corrente), con un impianto domestico, in una notte si riesce a ripristinare buona parte della carica e se, ad esempio, ci si dota di una wallbox da 11 kW, la ricarica si completa in tempi decisamente inferiori. Presso le sempre più diffuse stazioni di ricarica rapida pubbliche come quelle di IONITY, ancora più potenti, serve ancora meno tempo. Ricariche che, grazie a batterie evolute, garantiscono livelli di autonomia in grado di soddisfare le esigenze di qualsiasi guidatore: con i nuovi veicoli elettrici è possibile coprire distanze che, come nel caso della Volkswagen ID.3, un'elettrica di ultima generazione, si spingono fino a oltre 550 km, in base alle dimensioni della batteria, degli pneumatici e della configurazione del veicolo. E, contrariamente a quanto si possa pensare, è impossibile rimanere a piedi, perché l'auto avvisa immediatamente quando l'accumulatore di corrente raggiunge il livello critico e attiva automaticamente la modalità di ottimizzazione del consumo di energia. Non c'è poi da preoccuparsi anche della vita utile delle batterie, che dipende ovviamente anche dalla frequenza dei cicli di ricarica. Per le Volkswagen elettriche, per esempio, per i primi 8 anni o una percorrenza di 160000 km, c'è la garanzia che la batteria non scenda mai al di sotto del 70% della capacità utilizzabile.

Insomma, ora che questa rivoluzione non ha più segreti, devi solo metterti alla prova. Puoi farlo con la nuova App Volkswagen EV Check, che studia il tuo stile di guida. Selezionando il tuo attuale autoveicolo, l'app creerà il tuo profilo, confronterà le informazioni raccolte sui tuoi spostamenti, tra cui tempi, emissioni, costi e consumi con quelli che avresti guidando un veicolo della gamma elettrica Volkswagen e ti consiglierà anche un modello. Ci si potrà quindi rendere conto in tempo quasi reale di quanto siano tangibili e considerevoli, per l'ambiente e per te, i vantaggi della mobilità elettrica. 

App Volkswagen EV Check (www.volkswagen.it)