Per commentare le voci di un possibile ritorno di Franck Kessié al Milan, George Atangana, procuratore del centrocampista, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Calciomercato.com.

Kessie: le parole dell'agente

“Franck non è mai stato felice come lo è adesso. Ha raggiunto un obiettivo che per molti calciatori rimane solo un sogno, cioè quello di giocare per il Barcellona e sfido chiunque a dire il contrario. Barcellona è arrivata dopo sette anni in cui Franck ha dimostrato in Italia il suo valore. Franck è cresciuto, è maturato e si è guadagnato il consenso di tutti. La chiamata del Barcellona è stata una logica conseguenza di tutto questo e noi siamo sempre stati fedeli ai nostri programmi”.

Sull'ambientamento al Barcellona

“Niente che non avessimo già previsto. È chiaro che con il tempo si aspetta di entrare sempre di più nei meccanismi, ma siamo arrivati in Spagna e qui la filosofia è diversa, Franck si sta adattando a un tipo di calcio nuovo per lui, che ha sempre giocato in un modo diverso. Ma non è certo questo che lo spaventa, anzi, questi sono tutti stimoli che fanno parte di un processo di crescita. È solo questione di tempo e siamo sereni perché l’unico aspetto fondamentale che ci riguarda è la considerazione che il club ha di Franck. A Barcellona sono tutti molto felici del calciatore e del professionista”.

Ritorno in Italia?

“Si è proposto in Italia? Quando leggo certe notizie ho sempre la sensazione di trovarmi di fronte a qualcosa di irrealistico… Franck non è un calciatore che si propone né in Italia né altrove, non ha mai dovuto farlo in carriera. Il Milan è venuto a chiamarci quando eravamo all’Atalanta e il Barcellona ha fatto altrettanto. E ci tengo a chiarire una volta per tutte che oggi non è in programma una partenza da Barcellona, di conseguenza anche il ritorno in Italia è poco concretizzabile”.

Sul Milan

“Quale sentimento lo lega? Di realizzazione, perché è riuscito a raggiungere quello che sognava quando ha firmato per i rossoneri. Era il primo Milan post Berlusconi, è stata una scommessa anche per noi e l’abbiamo vinta. Ha partecipato attivamente alla conquista di uno scudetto che mancava dal 2010-11. Ma non dobbiamo neanche dimenticare la doppietta di Bergamo nella stagione precedente, perché se non avesse segnato quei due rigori all’ultima giornata, il Milan non sarebbe andato in Champions e forse sarebbe cambiata anche la storia della stagione successiva. E poi c’è quel rapporto che per tanti anni ha avuto con il popolo milanista, che per quanto ci riguarda rimane intatto perché sappiamo essere grati e anche perché, francamente, sappiamo come sono andate le cose”.