"Ranieri mi ha chiamato e di questo lo voglio ringraziare. Ma avrei dovuto cambiare abitudini e vita, tutto in sei mesi. Non me la sono sentita, soprattutto quando dall’altra parte c’era una grande forza del calcio come l’Inter. Con tutto il rispetto, l’Inter è l’Inter. Sono da tanti anni in Italia e so cosa significhi questa maglia. Con il Leicester, però, era praticamente tutto fatto".

Parole che adesso, a distanza di neanche 4 mesi, risuoneranno pesanti eccome nella testa di Eder Citadin Martins, l'attaccante (all'epoca) blucerchiato che venne ceduto dalla Samp alla stessa somma (13 milioni) sia allo stesso Leicester che all'Inter, e che alla fine ha preferito rimanere in Italia. 

A Milano, però, le cose non sono andate benissimo: solo un gol realizzato, tante panchine accumulate, ed il 4° posto che terrà fuori i nerazzurri fuori dalla Champions anche il prossimo anno. Alle Foxes, invece, è andata - eufemismo - oggettivamente meglio: la vittoria della Premier League è un miracolo al quale avrebbe partecipato volentieri anche lo stesso Eder, al pari di Mbaye Niang

Anche per il "cugino" rossonero, a gennaio, era arrivata un'offerta importante, subito dopo il no dell'italo-brasiliano. A Ranieri serviva una seconda punta, e la proposta al Milan (16 milioni per l'acquisizione a titolo definitivo) venne presa in considerazione eccome da Galliani. Poi il confronto con Mihajlovic, e soprattutto la valutazione tecnica: il francese, all'epoca, era oggettivamente imprescindibile per la manovra offensiva rossonera, e darlo via a metà stagione avrebbe significato sottrarre risorse importanti all'allenatore, che peraltro allora non aveva neanche a disposizione Balotelli e Menez

Ezio Azzollini