Al di là di quanto possano dire le statistiche intelligentemente costruite per far passare il messaggio che il VAR è uno strumento bello che più bello non si può, il problema legato a questo comunque fondamentale ausilio per gli arbitri è soprattutto legato a due aspetti che ancora non sono evidentemente chiari né agli attori principali del circus calcio, né ai consumatori del prodotto che giornata dopo giornata assistono allo spettacolo posto in essere dai propri beniamini sul terreno di gioco: in prima battuta la poca informazione legata alle varie sfaccettature del protocollo in sé, poi la poca abitudine degli arbitri nel gestire determinate circostanze, con annessa aggiunta di soggettività nelle valutazioni dei singoli episodi.

Partiamo dal discorso delle statistiche: è chiaro che un venditore deve parlare degli aspetti positivi di ciò che va a vendere al proprio pubblico, ma è anche vero che il popolo non è sempre pecorone come lo si vorrebbe far passare. Inutile mettersi a fare una contro-lista di situazioni probabilmente dimenticate, o in maniera furba trascurate, nei giorni scorsi quando appunto si snocciolavano numeri mirati a sottolineare la quasi totale infallibilità del nuovo sistema arbitrale, ma determinate chiare situazioni non si può far finta che non siano esistite.

Chiare situazioni, dicevamo: a tal proposito ci si ritrova inevitabilmente in mezzo al messaggio che dovrebbe lanciare il protocollo VAR, e che probabilmente non è stato ancora recepito dagli addetti ai lavori. Innanzitutto un'ovvia premessa: il VAR non fa rima con "moviola in campo", è semplicemente (?) uno strumento atto a tentare (!) di correggere i CHIARI errori della terna arbitrale. Sul concetto di chiaro errore, però, si possono scrivere e raccontare mille storie: un fuorigioco di pochi centimetri è un chiaro errore non segnalarlo? Un rigore con un attaccante in caduta poco prima del contatto con chi commette fallo è un chiaro errore è un chiaro errore concederlo? E non concedere un rigore perché il contatto non appare così evidente come invece sembrerebbe dalla rivisitazione video? Dando una rapida occhiata alle prime dieci giornate di campionato sembra si possa dare una risposta a tutte queste domande: ogni posizione irregolare anche di un millimetro è un chiaro errore (poi possiamo discutere su come vengono posizionate le linee del fuorigioco dal software o da chi lo gestisce in cabina, o provare a capire perché ci vogliano un paio di minuti per capire situazioni limpide al primo replay, ma questo è un altro discorso critico che non può non essere corretto in futuro), mentre non può essere definito un chiaro errore un rigore dato o non dato se il contatto si presta ad interpretazioni soggettive sulle quali bisogna esprimersi immediatamente.

E qui si ritorna al discorso della differenza fra VAR e moviola: per non andare troppo indietro nel tempo, prendiamo in considerazione solamente l'ultima giornata di campionato. Nel rigore concesso alla Roma contro il Crotone un contatto fra Kolarov ed il difendente c'è, ma sembra arrivare con il calciatore già in caduta: situazione che si percepisce solo ad immagine rallentata. L'arbitro a velocità normale ha concesso il rigore, il VAR in tal senso è praticamente impossibile che possa smentire la sensazione iniziale perché non si tratta di "chiaro errore". Discorso analogo in Fiorentina-Torino: Barreca spinge l'attaccante viola ad un passo dalla porta, il contatto c'è, l'arbitro lo punisce, con la moviola nascono dubbi, a velocità normale nella revisione VAR non si può chiarire il tutto ed allora "resiste" la decisione d'origine. Piccolo passo indietro per completare la panoramica delle casistiche elencate: Udinese-Juve, Mandzukic viene colpito da Adnan prima di concludere, a velocità normale è un contatto poco chiaro, con l'immagine rallentata è più chiaro il contatto, ma il VAR non può segnalarlo subito come "chiaro errore" lasciando che la partita prosegua senza stravolgere quanto deciso in prima battuta.

Chiaro (non a caso) il concetto? Poi che si continui pure a fare facili ironie su quanto espresso da Tizio anziché da Caio, e poco importa se Sempronio oggi dice una cosa e domani ne dirà un'altra: l'obiettivo è quello di individuare il prima possibile cos'è il VAR, perché una volta interviene e perché un'altra volta no. Normale che un tifoso si senta disorientato dalla decisione errata di un arbitro, ancora più normale non essere d'accordo sulle decisioni perché comunque stiamo parlando sempre dell'operato di esseri umani, ed in quanto tale non infallibili, meno normale che la discrezionalità di un direttore di gara abbia ancora così tanto peso, ma, si ripete ancora una volta, mettiamoci tutti in testa che VAR e moviola sono due strumenti che magari operano nello stesso contesto, ma che hanno logiche e finalità del tutto differenti.