Quella di ieri non è stata la serata che si immaginavano i tifosi del Milan, la dirigenza rossonera, mister Gattuso e soprattutto Gigio Donnarumma, uno 0-4 contro la Juve nella finale di Coppa Italia che rischia di mandare in frantumi l'intera stagione, e di compromettere anche la qualificazione all'Europa League della prossima stagione, che adesso passerà dagli scontri diretti in campionato con Atalanta e Fiorentina: citare esclusivamente il portierino milanista fra tutti i calciatori scesi in campo non è una casualità, lui più di tutti è da qualche ora al centro delle critiche considerando la doppia papera sul secondo e sul terzo gol della Vecchia Signora. Prima il tiro di Douglas Costa non trattenuto e finito in rete, poi l'errato controllo sull'innocuo colpo di testa di Mandzukic che ha permesso a Benatia di firmare la sua doppietta personale, due episodi che hanno cancellato i tre o quattro interventi di assoluto valore compiuti sullo 0-0 sulle conclusioni di Paulo Dybala: il calcio sa essere crudele, e ieri Gigio se n'è accorto una volta di più in quella che in tanti avevano individuato come la possibile cerimonia per il passaggio di consegne da Buffon al giovane collega, e che invece si è conclusa amaramente per l'allievo.

Quelli di ieri sera, però, sono gli ultimi di una già lunga lista di errori con protagonista sfortunato il ragazzone di Castellammare di Stabia: dalla punizione di Berardi da distanza clamorosa nella stagione dell'esordio al gol di Benatia, infatti, ne è passata di acqua sotto ai ponti. Come per esempio il gol di Saponara in un Empoli-Milan poi stravinto dai rossoneri, ma la reattività e la voglia di strafare lì furono fatali. 

Restano ovviamente più impressi nella mente i gol subiti recentemente, come quello in Europa League in casa dell'Arsenal che di fatto ha chiuso definitivamente i sogni di gloria europea del Milan quest'anno, ce ne sono altri cancellati da fischi arbitrali come il tiro di De Roon nel turno pre-natalizio lasciato passare sotto il corpo ed infilatosi lentamente in porta, altri ancora evidentemente goffi come l'autogol sul tiro-cross di Barak deviato da Bonucci.  

Sempre quest'anno, e giusto per tornare al discorso Europa League, difficilmente si può dimenticare il gol di Cristante nel match d'andata a San Siro proprio con l'Atalanta: un colpo di testa ravvicinato respinto goffamente, e il centrocampista nerazzurro pronto ad approfittare come fatto da Benatia nella finale di Coppa Italia.

Una stagione non certo esaltante almeno a livello di continuità se si prende in esame anche il gol subito a Cagliari nel match comunque vinto dal Milan: tiro di Barella tutt'altro che irresistibile, Donnarumma non trova il tempo per la respinta decisiva.

Lì dove però anche la Gialappa's Band sarebbe andata a nozze è la scenetta dell'autogol di Paletta nello scorso campionato contro il Pescara (evidentemente le ultime della classe non portano bene a Donnarumma, quest'anno costretto a raccogliere la palla alle sue spalle anche contro il Benevento dopo il colpo di testa vincente di Brignoli, suo collega di ruolo): un retropassaggio azzardato, Gigio che si fida troppo della sua tecnica coi piedi, e palla che si va ad infilare nello specchio della porta. 

Un percorso ad ostacoli che, però, non mette in dubbio le qualità di uno dei patrimoni del calcio italiano, una delle colonne sulle quali qualunque presidente di una società di calcio punterebbe ad occhi chiusi per tentare di costruire una squadra vincente, ma che evidentemente sta manifestando qualche problema che non gli permette di proseguire verso l'alto quel percorso di crescita che tutti, addetti ai lavori o semplici tifosi, si aspettano da lui: una situazione che, fatte le dovute distinzioni del caso, ricorda l'exploit di Abbiati, fantastico all'esordio, onesto mestierante fra alti e bassi, al di là dei trofei di squadra poi raccolti in uno dei Milan più forti di sempre, per il resto della carriera, ma sempre attaccato alla famiglia rossonera.

Forse è questo il problema di Gigio: sul suo attaccamento al Milan non ci sono dubbi, sul rapporto con Raiola, suo procuratore, qualche ombra c'è. Il buon Mino sa come far crescere il conto in banca dei propri assistiti, forse non individua sempre chiaramente il bene sportivo degli stessi, ma la coperta a destra scopre se la si tira troppo verso sinistra: un ragazzo non ancora ventenne merita critiche del genere? Se vuole diventare davvero un fenomeno, si, senza dubbio, ma deve decidere in fretta se video come quello a seguire saranno fra altri venti anni un comico ricordo o un alert su un altro grande rimpianto del mondo pallonaro di casa nostra.