Il Belgio è l’avversario per eccellenza per consentire alla nazionale italiana di dimostrare di essere in condizione di battere anche una pretendente al titolo. Una grande, come si direbbe in gergo. Quel Belgio che nella sua storia vanta un solo titolo, quell’oro olimpico conquistato più di un secolo fa. Poi, il terzo posto ai mondiali del 2018 e un secondo posto agli europei del 1980 giocati proprio in Italia, quando nella finale di Roma con la Germania, i “diavoli rossi” videro svanire il sogno del trionfo a due minuti dalla fine a causa di un goal di Hrubesch. In quella edizione il Belgio aveva anche incontrato l’Italia, pareggiando per 0-0 nella partita valida per il raggruppamento eliminatorio.

I precedenti ai campionati europei sono estremamente confortanti per l’Italia. Nelle gare disputate da quel 1980 in poi, in tre occasioni la nazionale belga non ha mai segnato un goal agli azzurri, subendo due sconfitte con identico punteggio nel 2000 e nel 2016, 2-0, in entrambe le partite per la qualificazione nel girone eliminatorio. Prima Totti e Fiore e, poi, Giaccherini e Pellè, gli autori delle segnature.

La vittoria col Portogallo ha certificato lo spessore della nazionale allenata da Roberto Martínez anche sul piano della personalità. Lukaku e compagni hanno dimostrato di saper soffrire contro un avversario esperto e smaliziato. Un ingrediente, quello della personalità, che in questo genere di competizioni può fare la differenza. Il tasso tecnico, considerando anche le provenienze dei singoli calciatori dalle rispettive squadre di club, è tra i più alti dell’europeo. Thibaut Courtois, portiere del Real Madrid, è tra i migliori estremi difensori al mondo, mentre il reparto difensivo sembra quello con maggiori punti deboli. La media anagrafica non è giovanissima. Tra i più affidabili svetta il buon momento di forma di Thomas Meunier, autore di un’ottima prestazione nella partita col Portogallo.

Il centrocampo, invece, è affidato alla qualità di Kevin De Bruyne, in dubbio per la partita con l’Italia, alla disciplina tattica di Witsel e l’imprevedibilità di Thorgan Hazard. Con Yannick Carrasco in alternativa, la linea mediana è tra le migliori del campionato europeo. In attacco, Eden Hazard Lukaku e Mertens, coi primi due preferiti nello schema tattico di Martinez, completano un organico considerato tra i favoriti per la vittoria finale.

L’impianto tattico del Belgio è affidato all’utilizzo di diversi moduli di gioco, tutti orientati all’impiego di una sola punta o di due attaccanti, e alla costruzione dal basso della manovra. Il rigore del palleggio assiste una mediana che si fraziona, senza abbassarsi troppo, in due linee, una delle quali è formata da due mediani, Witsel in particolare, che hanno il compito di fornire il punto di riferimento iniziale per il palleggio dei difensori. Le corsie laterali sono quasi sempre impegnate da esterni che ricevono palla e che sono a loro volta assistiti dai trequartisti a ridosso della punta centrale. Non a caso Eden Hazard e Mertens, così come De Bruyne e Thorgan Hazard, vengono spesso impiegati sia in posizione più arretrata che in quella di seconda punta. De Bruyne, essendo l’uomo principe dell’undici di Martinez, gode di maggiore libertà sul piano tattico. La sua tecnica e la sua rapidità di pensiero assicurano giocate in grado di saltare una linea avversaria e di creare lo spazio ai compagni del reparto avanzato. 

Quando gli esterni si allineano coi cursori centrali, Lukaku rimane l’unico attaccante in posizione, mentre Witsel fa da vertice basso davanti alla linea difensiva, talvolta distribuita a rombo per facilitare lo sviluppo del palleggio. In fase difensiva, gli esterni si riabbassano per andare a completare una linea a cinque dove tre centrali assumono il compito delle marcature. Questa linea difensiva rimane a cinque anche in alcune fasi della manovra. Infatti, i due mediani e i due trequartisti si allargano a rombo per aspettare il recupero palla per poi riceverla il più rapidamente possibile. 

Considerando le caratteristiche di gioco dell’Italia, la gara col Belgio rappresenta tanto un banco di prova emblematico quanto la possibilità di assistere a un incontro che desta molte curiosità tecniche e tattiche. Inutile aggiungere che la vicinanza alla fine del tabellone potrebbe aumentare le prudenze a discapito dello spettacolo. In fondo, in questi frangenti il risultato conta sopra ogni cosa.