La sorte non poteva fare torto a all’eternità del rapporto tra i napoletani e Maradona, riservando ai partenopei una maglia che una volta fu indossata dal dieci argentino. "La Vida Tombola".

Il Granada per la prima volta in Europa, favola e sorpresa che ai sedicesimi di Europa League si troverà davanti i colori che rappresentano il segmento più importante della carriera del più grande. Il Napoli che una volta, trascinato dal genio del Pibe, conquistò il “Portaombrelli” in un’era, ormai lontanissima, in cui questa competizione era tecnicamente equiparabile all’allora Coppa dei Campioni e all’attuale Champions League, visto che alla UEFA partecipavano le squadre che nei loro rispettivi campionati si classificavano dal secondo posto in giù. Non dal quinto.

Basterebbe ricordare che in quell’edizione il Napoli eliminò Juventus e Bayern Monaco per approdare in finale e che in quella tornata ai quarti i bavaresi avevano eliminato l’Inter “dei record”, quella che avrebbe vinto il campionato italiano col primato di punteggio nella serie A dei due punti per vittoria. 

Lo storico capoluogo andaluso se ne sta agli ordini delle rigidezze della Sierra Nevada, con la sua Alhambra a farsi ammirare e una provincia di cittadine storiche a contemplare decine di secoli di storia dell’umanità. Un millennio e passa, dai califfati alle democrazie. Là in mezzo, dove non è facile impressionare, una piccola squadra che tre anni fa aveva fatto i conti con la retrocessione e che, adesso, si trova a giocare la fase finale dell’Europa League. 

“Una explosión de júbilo”

Gli andalusi hanno scelto la via dell’identità territoriale, che in Spagna trova altri modelli – su tutti quello di Bilbao – costruendo un organico di appena sei stranieri. A dimostrazione che certi entusiasmi oggi sembrano recuperabili solo tornando indietro nel tempo, diciamo così. Un valore differente, di certo non quello banale e retorico, della partecipazione. E caso ha voluto che la gara decisiva per la qualificazione in Europa League sia stata giocata, e vinta dal Granada per 4-0, proprio con l’Athletic Bilbao.

La corsa alla gloria degli spagnoli non può che cominciare da Diego Martínez Penas, artefice tecnico di questo collettivo. Mister giovane, ma dai pensieri solidi e navigati. Cresciuto nella scuola Siviglia, dal 2018 ha preso in mano le redini della squadra che è stata proprietà di Pozzo, patron storico dell’Udinese.

Le caratteristiche tattiche e tecniche del Granada sono assimilabili ai sistemi attuali più in voga. Modulo a quattro linee, origine della manovra affidata anche al palleggio del portiere, utilizzo di più cursori e trequartisti, due mediani totali e con due fluidificanti autorizzati a staccarsi anche contemporaneamente. Se la costruzione in fase offensiva è settata sui movimenti tipici del gioco di molte squadre europee (linee che si stringono e giocatori che vanno incontro al portatore creando misure intermedie per non fornire punti di riferimento agli avversari), del Granada è ancora più interessante la fase difensiva. 

Il pressing è ispirato a quello delle grandi del calcio continentale. Non è basso e attendista, ma alto e aggressivo. Nell’attacco alla palla i terzini salgono ad aggiungersi alla linea mediana, mentre nell’aggressione all’avversario, quando è in possesso palla, i trequartisti si allineano ai mediani mentre uno di essi arretra ampliando una linea difensiva che diventa a cinque e si alza quasi sulla trequarti per preparare un’uscita veloce utile a mettere in fuorigioco l’attaccante avversario. Nella transizione cosiddetta negativa, il pressing non è rientrante nel suo schema di base, ma si adopera rapidamente per un recupero palla immediato. 

L’azione in possesso, invece, cerca sempre di creare la superiorità a ridosso della trequarti, con il mediano che cerca la sovrapposizione di due cursori o di un trequartista e del terzino, con la punta che non occupa l’area, ma si abbassa per attrarre più difensori avversari, costretti, quasi sempre, a spostarsi con più uomini a causa della presenza di tre o quattro elementi del Granada in una porzione breve di campo. Gli spagnoli non disdegnano nemmeno il gioco aereo, soprattutto dai calci piazzati. Almeno mezza squadra è abile nell’elevazione. Martinez e Sanchez, centrali di difesa, e gli attaccanti Puertas, Fernandez e Vadillo sanno essere molto pericolosi nel gioco di testa. Ragion per cui, grazie a questa abilità, il Granada cerca anche la soluzione del lancio lungo in fase offensiva, anche contando sul suo pressing organizzato e messo a punto dal lavoro di Martinez.

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L’organico andaluso presenta anche alcune vecchie conoscenze del calciomercato del Napoli. Due nomi, in passato, sono stati accostati ai partenopei in più occasioni. Il centrocampista Gonalons, ex Roma, e il talento venezuelano Yangel Herrera, anch’egli centrocampista. Soldado, vecchia volpe dell’attacco rossoblu, ha già affrontato il Napoli quando vestiva la maglia del Villareal.

Allora, occasione amara per il club campano, eliminato dal “sottomarino giallo” proprio ai sedicesimi di Europa League nella stagione 2015\2016. Allora, le due gare sono state giocate il 18 e il 25 febbraio. Le due partite col Granada il Napoli le disputerà a febbraio, il 18 e il 25. Gattuso, Insigne e compagni saranno al lavoro insieme alla difesa cabalistica.