Fare il selezionatore per #LaClasseNonÈAcqua è molto divertente, ma alcune volte estremamente difficile. Tagliare alcuni elementi nati nel 1964 fa scendere qualche lacrima sul viso. Troppa la qualità media, che non permette ad alcuni grandi calciatori di far parte dell'11 titolare: il ceco Kadlec, il brasiliano Valdo, l'inglese McAllister, il belga Staelens, "El Pato" Aguilera e una buona colonia di italiani formata da Nando De Napoli, Giuseppe Giannini, Salvatore Schillaci e Gianluca Vialli (abbiamo diviso i gemelli del gol del Doria, lo sappiamo, siamo dei mostri, ma ci scuserete) devono restare in panchina. La squadra ha un assetto offensivo: forse prenderebbe parecchi gol, ma per contare quelli che potrebbe fare ci vorrebbe il pallottoliere.

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Jacques Songo'o, 17/03/1964

Uno dei migliori portieri africani di sempre, Songo'o ha speso la sua carriera tra Francia e Spagna, dove ha vinto un campionato con il Deportivo La Coruna nel 1999/2000. Tre anni prima aveva vinto invece l'ambito premio individuale del Trofeo Zamora, assegnato al miglior portiere dell'anno nella Liga Spagnola. Con la maglia del Camerun ha vinto ben tre Coppe d'Africa.

Jorge de Amorim Campos, 17/08/1964

Meglio noto come Jorginho, lo schieriamo in una spregiudicata difesa a 3, nonostante le sue migliori doti le abbia espresse come terzino destro. Dopo aver vinto molti titoli in Brasile, si è aggiudicato anche un campionato tedesco con la maglia del Bayern Monaco. In nazionale si è contraddistinto vincendo un Mondiale Under 20 in Bolivia, e poi salendo sul tetto del Mondo nel 1994, battendo in finale l'Italia. Era il predecessore di Cafu; è stato prezioso nella competizione con 2 assist, tra cui quello vincente a Romario nella semifinale contro la Svezia.

Thomas Berthold, 12/11/1964

Inizia la sua carriera come esterno di difesa in Germania, salvo poi specializzarsi come stopper nel campionato italiano. Portato nel Belpaese dall'Hellas Verona, passa poi alla Roma su suggerimento del connazionale Rudi Voeller. Gli infortuni gli condizionano il finale di carriera, ma prima di concluderla si gode il momento più bello, trionfando con la maglia della Germania al Mondiale italiano del 1990.

Claudio Ibrahim Vaz Leal, 04/04/1964

Completa questo spregiudicato trio di difesa un altro brasiliano, meglio noto come Branco. E se Jorginho è stato il predecessore di Cafu, Branco lo è stato di Roberto Carlos, anche per la capacità di segnare su calcio di punizione, grazie al suo potentissimo sinistro. Tanto potente che, nel 20 giugno 1990 mandò all'ospedale con un trauma cranico il giocatore scozzese MacLeod, che aveva avuto l'ardire di cercare di intercettare una sua punizione con la testa. Ha vinto un campionato brasiliano e uno portoghese; in Italia ha indossato le maglie di Brescia e Genoa. Con la selezione verdeoro ha invece vinto una Coppa America e il Mondiale del 1994, segnando contro gli azzurri uno dei rigori della finale.

Roberto Mancini, 27/11/1964

Difficile riassumere la strepitosa carriera dell'attuale CT della nazionale azzurra. Roberto Mancini è stato un giocatore strepitoso ed è un allenatore tra i migliori in circolazione, tanto da essere entrato a pieno merito nella Hall of Fame italiana. Ha portato lo Scudetto in piazze non abituate al successo come Genova (sponda Samp) e Roma (sponda Lazio). Considerato uno dei centrocampisti offensivi migliori della storia del calcio italiano, ha vinto numerosi titoli di squadra e personali, oltre che essere recordman di Coppe Italia vinte (6 da calciatore e 4 da allenatore). E' stato nel 2017 inserito nella categoria "Leggende" del Golden Foot. I suoi spigoli caratteriali gli hanno complicato il suo rapporto con la maglia azzurra, unico vero cruccio della sua carriera.

Abedi Ayew, 05/11/1964

Conosciuto come Abedi Pelé è ritenuto a pieno titolo il miglior calciatore ghanese di tutti i tempi e al contempo uno dei migliori calciatori africani della storia. Considerato il Pelé africano a tal punto da prenderne anche il nome (e la stessa Perla Nera lo ha inserito nella lista FIFA 100). Soltanto Eto'o ha vinto più Palloni d'Oro Africani di lui. Nel 2011 è stato inserito nella Categoria "Leggende" del Golden Foot. E' stato un simbolo del Marsiglia, con cui ha vinto anche una Champions' League. In Italia ha vestito la maglia del Torino, non riuscendo a evitarne la retrocessione. Con il Ghana ha vinto anche una Coppa d'Africa.

Michael Laudrup, 15/06/1964

Recentemente ha rifiutato la panchina del Real Madrid, squadra in cui ha militato forse il miglior giocatore danese di tutti i tempi. Giocatore totale, in grado di fare la differenza in più zone del campo. Miglior giocatore del campionato spagnolo nel 1992 e miglior giocatore straniero degli ultimi 25 anni della Liga nel 1999, ha vinto con la nazionale danese la Confederations Cup del 1995. La Juventus lo portò in Italia per un milione di dollari, e nel nostro paese giocò anche per la Lazio, sebbene fu col Barcellona che toccò i picchi più alti di una carriera, che forse poteva essere anche più piena di successi, se fosse stato più cattivo e meno bello.

Aitor Begiristain Mujica, 12/08/1964

Giocatore rapido e pericoloso, El Tixi scrisse gran parte della sua storia con la maglia del Barcellona, con la quale ha vinto 4 campionati, 1 Coppa di Spagna e 1 Supercoppa spagnola, e ha dominato in Europa sollevando al cielo una Coppa delle Coppe, una Coppa Campioni e una Supercoppa UEFA, segnando 63 gol in 223 presenze in blaugrana.

José Roberto Gama de Oliveira, 16/02/1964

Semplicemente noto come Bebeto, compose con Romario la super coppia offensiva che dominò il Mondiale, sconfiggendo anche il Divin Codino in finale. Giocatore dal baricentro basso e dal dribbling imprevedibile, sapeva fornire  assist e segnare. Dal punto di vista individuale, ha vinto il premio come miglior calciatore sudamericano nel 1989. Nato come trequartista "simil-Zico" si specializzò goleador e fece sognare i tifosi brasiliani.

Marcel Van Basten, 31/10/1964

"Il cigno di Utrecht", meglio noto come Marco Van Basten, tanto forte quanto fragile, ha smesso fin troppo presto di giocare per i suoi problemi alla caviglia, ma è e sarà sempre ricordato come uno dei migliori calciatori di sempre, autore di uno dei gol più belli della storia del calcio agli Europei del 1988 contro l'URSS (il secondo, per l'esattezza, dopo quello di Maradona contro l'Inghilterra). Formò il trio olandese delle meraviglie del Milan di Sacchi con Rijkaard e Gullit, vincendo anche tre Palloni d'Oro (1988, 1989 e 1992, anno in cui vinse il FIFA World Player). E' stato anche il primo di dieci calciatori a segnare quattro gol in una singola partita di Champions' League. Al momento del ritiro anticipato, il calcio mondiale è andato quasi in lutto. Giocatore unico con la capacità di essere leggiadro e letale nella finalizzazione, oltre che in grado di colpire il pallone in maniere che sfuggivano alla normale comprensione umana.

Jurgen Klinsmann, 30/07/1964

Attaccante tedesco dalle grandi capacità realizzative. Con Lothar Matthaus e Andreas Brehme costituì il tentativo di risposta dell'Inter al trio olandese dei cugini rossoneri. Segnò numerosi gol in tutte le avventure della sua carriera, riuscendo a culminare la sua carriera con il successo Mondiale nella "sua" Italia nel 1990 (bis con l'oro Europeo nel 1996). Azzurri che al contrario gli furono fatali da CT nel 2006 nella semifinale decisa da Grosso e Del Piero.

Per chi crede che il calcio, come il buon vino, magari migliorerà invecchiando, ma che quelle passate siano sempre ottime annate. Per chi è vintage inside (e anche un pizzico nerd outside). Per chi al calcetto del giovedì "sai, io sono nato nel 1982, anno di Kakà Gilardino e Adriano, anno da bomber". Per i nostalgici compulsivi e per chi si è sempre chiesto, "Ok, De Gregori, La leva calcistica della classe '68...ma tutte le altre?". Ma anche per i più giovani con la cresta, i talent scout da videogiochi sempre aggiornatissimi.#LaClassenonèAcqua, è la rubrica targata Fantagazzetta che ripercorre più di mezzo secolo di storia del calcio, proponendovi le Top 11 per anno di nascita, dal 1940 al 2000.