Il viaggio de #LaClasseNonÈAcqua arriva all'anno 1963, un'annata con molto azzurro al suo interno e dei nomi che sono rimasti nella storia del calcio mondiale. Per comodità rappresentativa scegliamo il 4-4-2 per schierare gli uomini che, fra gli altri, vedono Dunga e Schmeichel e due attaccanti di assoluto livello mondiale.

Peter Schmeichel, 18/11/1963

Negli ultimi anni a essersi preso la ribalta è stato il figlio Kasper, ma Peter rimane uno dei portieri più forti e vincenti di sempre con il primo trofeo alzato nel 1987 con il Bröndby e l'ultimo sollevato nel 2000 con lo Sporting Clube de Portugal. Nel mezzo una pletora di argenteria conquistata con il Manchester United di cui è stato una vera e propria bandiera fra cui 5 Premiership e una Champions League nella notte della rimonta storica al Camp Nou contro il Bayern Monaco. Oltre a questi trofei di club ci sono anche due exploit a livello di nazionale: la Confederations Cup del 1995 e soprattutto l'Europeo del 1992, un capolavoro della narrativa sportiva mondiale del 2° millennio che perdurerà a lungo nella memoria e negli occhi di tutti; soprattutto quelli di chi come Schmeichel era presente e parte attiva del tutto.

Giuseppe Bergomi, 22/12/1963

Per tutti "Zio", la sua carriera è lunghissima e gloriosa sin da quando nemmeno 19enne sollevò la Coppa del Mondo in Spagna con la Nazionale allenata da Bearzot. Molto spesso di lui ci si dimentica il palmares e il valore individuale, ma esso è innegabile: esordire a 18 anni e 3 mesi in maglia azzurra è un vanto di cui non tutti possono fregiarsi. Inizia da terzino destro e sul finire di carriera si accentra, tutto rigorosamente in maglia nerazzurra: dal 1980 (anno del suo primo Scudetto) al 1998 colleziona trofei con la maglia dell'Inter e si ritirerà da recordman di presenze, prima dell'arrivo di colui che lo "costrinse" ad accentrare la sua posizione in campo.

Júlio César da Silva, 8/3/1963

Uno dei primi difensori centrali brasiliani a venire a giocare in Italia e a farlo egregiamente con la maglia della Juventus. Paga l'esclusione dalle varie Seleçao del tempo a causa dell'enorme concorrenza nel ruolo, ma fra i nati nel '63 è sicuramente uno dei più talentuosi. Gioca poco in Sud America per poter arricchire il proprio palmares anche da quel lato dell'Atlantico, ma quello che collezione in Europa è di tutto rispetto: 1 Champions con il Borussia proprio contro la Juventus, 1 Coppa UEFA in bianconero, 1 Intercontinentale contro il Cruzeiro, fra gli altri i trofei sollevati. Un difensore troppo spesso dimenticato nell'immaginario collettivo quando si parla di difensori centrali brasiliani.

Ronald Koeman, 21/3/1963

L'attuale c.t. dell'Olanda non poteva non figurare in questa lista essendo stato uno dei maggiori interpreti del ruolo dal 1980 al 1997 (anno del suo ritiro). Ha vinto con tutte le squadra in cui ha militato, dall'Ajax al Barcellona passando per il PSV, oltre che all'Olanda del 1988 con cui vinse un Europeo e di cui fu a lungo anche capitano grazie alle quasi 100 presenze raccolte. Un difensore che chiuse la Champions del 1994, persa in finale contro il Milan, da capocannoniere con 8 reti. Quella non la vinse, ma ne vinse altre due che fanno da ciliegina sulla torta in cui figurano svariate Eredevisie, Liga e Copas del Rey.

Éric Di Meco, 7/9/1963

Terzino sinistro dell'OM che sconfisse in finale il Milan per conquistare la sua unica Champions League di carriera, Di Meco è probabilmente il meno noto del quartetto arretrato, ma anche uno dei più solidi a livello di prestazioni nazionali: nell'arco della sua carriera ha vinto 5 Ligue 1 con le maglie dell'OM e del Monaco in un arco temporale di 8 anni che gli valsero a più riprese la maglia della Nazionale francese nonostante il pariruolo fosse un esordiente e promettentissimo Bixente Lizarazu.

José Miguel González Martín del Campo, 23/3/1963

Tutta questa pappardella di nome è facilmente sintetizzabile in Michel, quello che non si può riassumere è la vita trascorsa con la maglia del Real Madrid cucita sulla pelle: 509 presenze, 120 gol che gli sono valsi 67 convocazioni con la maglia delle Furie Rosse e una vetrina di trofei quantomeno ingombrante, dato che si parla di 3 Copas del Rey, 1 Coppa della Liga, 6 Liga e 4 Supercoppe di Spagna a cui si devono assommare 2 Coppe UEFA e due premi individuali di giocatore spagnolo dell'anno nel 1986 e nel 1992. Una generazione non fortunata dal punto di vista internazionale per il Real Madrid che non ha issato a livelli altissimi Michel, ma sicuramente le sue doti resteranno ben note a tutti. D'altronde non si faceva parte della Quinta del Buitre se non si era bravi col pallone fra i piedi...

Roberto Donadoni, 9/9/1963

Non poteva non essere inserito in questa formazione il prodotto di Cisano Bergamasco cresciuto all'Atalanta e svezzatosi poi al Milan al quale è rimasto per ben 10 anni. Uno degli acquisti che hanno dato il via alla nascita del progetto sacchiano: insieme a lui arrivarono Massaro e Galli dalla Fiorentina, altri due che ebbero un'importante rilevanza in quella squadra. Spesso ci si dimentica delle sue doti, ma rimane uno dei giocatori più affascinanti della sua generazione e uno dei migliori 11 fra i nati nel 1963 e non solo per il palmares, sicuramente invidiabilissimo da molti giocatori suoi coetanei.

Carlos Caetano Bledorn Verri, 31/10/1963

Meglio noto come Dunga è forse uno dei capitani più rappresentativi del Brasile sebbene fosse tutt'altro che brasiliano, almeno nell'immaginario collettivo, per caratteristiche tecniche. In campo Dunga faceva del fiato la sua parte principale del gioco, la grinta su ogni pallone era la sua caratteristica migliore e questo lo possono confermare anche i tifosi di Pisa, Fiorentina e Pescara, le tre squadre per cui ha militato nella sua esperienza italiana. In Europa non ha vinto molto, anzi non vinse nulla vi andò vicino con la Fiorentina quando perse la finale di Coppa UEFA del 1990 contro la Juventus nella doppia sfida del maggio di quell'anno, ma con il Brasile ha vinto qualsiasi trofeo disponibile: Confederations Cup, Copa America e Mondiale oltre a un campionato del Mondo U20 e una Copa America U20.

Alberico Evani, 1/1/1963

Torniamo in Italia e torniamo al Milan di cui Evani fu interprete per tutti gli anni '80 e nei primi anni '90. Un talento purissimo, un uomo eccezionale a detta di tutti i compagni di squadra e un giocatore imprescindibile in questa top XI. Tutti i trofei della sua carriera arrivano in maglia rossonera, solo la Coppa Italia del 1993/94 arriva con la maglia della Sampdoria. Sarebbe potuto arrivare un altro trofeo con colori diversi dal rossonero quando nel 1994 a Pasadena siglò dagli undici metri contro il Brasile, ma la sorte volle che lui e i suoi compagni non alzassero quel trofeo anche per la sorte capitata a Baresi, storico compagno di Evani in tutta l'epopea rossonera. Il destino si è fatto beffe di un centrocampista destinato a vincere solo - o quasi - con la maglia del Milan, ma che resterà sicuramente nelle menti di moltissimi.

Jean-Pierre Papin, 5/11/1963

Capocannoniere di 8 competizioni diverse a cavallo fra gli anni '80 e '90 fu capocannoniere per tre Coppe dei Campioni consecutive , calciatore francese dell'anno nel 1989 e nel 1991, anno in cui vinse anche il Pallone d'Oro e tutto questo prima che vincesse trofei fuori dalla Francia. Un attaccante senza eguali in grado di far ammattire gli avversari come dimostrano le 235 reti in carriera su 432 presenze con medie mostruose in Coppa dei Campioni/Champions League dove vantava un gol ogni 113' e che sempre tirava fuori il meglio di Papin fino al 1994 quando, seppur non impiegato, sollevò il tanto agognato trofeo dalle grandi orecchie dopo aver segnato 4 gol in quella competizione e finendo 7° nella classifica dedicata.

Emilio Butragueño Santos, 22/6/1963

Prima si parlava della Quinta del Buitre, ed ecco il "responsabile". Emilio Butragueño è una colonna storica del Real Madrid e del calcio spagnolo, basti pensare che la FIFA ha insignito come migliori giocatori ancora in vita del calcio spagnolo solamente lui, Luis Enrique e Raúl: stiamo parlando di una leggenda assoluta del calcio mondiale. Il suo palmares potrà non essere pieno come quello di altri giocatori anche presenti in questa lista, ma la sua importanza storica nel Real Madrid e per il calcio spagnolo in generale è troppo importante per essere dimenticata: sono 171 le reti nelle 463 presenze con il Real 207 se si contano anche le partite con le squadre affilate al Real Madrid. Sono 13 anni di carriera interamente blanca puntellata da 2 Coppe UEFA e da 6 Liga, oltre che da un titolo di Pichichi. Uno degli attaccanti spagnoli più forti di sempre che avrebbe potuto anche arricchire maggiormente la sua collezione di trofei, ma per un madrileno madridista versare quella maglia valeva più di qualsiasi altra cosa, trofei inclusi.

Per chi crede che il calcio, come il buon vino, magari migliorerà invecchiando, ma che quelle passate siano sempre ottime annate. Per chi è vintage inside (e anche un pizzico nerd outside). Per chi al calcetto del giovedì "sai, io sono nato nel 1982, anno di Kakà Gilardino e Adriano, anno da bomber". Per i nostalgici compulsivi e per chi si è sempre chiesto, "Ok, De Gregori, La leva calcistica della classe '68...ma tutte le altre?". Ma anche per i più giovani con la cresta, i talent scout da videogiochi sempre aggiornatissimi.#LaClassenonèAcqua, è la rubrica targata Fantagazzetta che ripercorre più di mezzo secolo di storia del calcio, proponendovi le Top 11 per anno di nascita, dal 1940 al 2000.