La mia Biagioslavia, nel nome di Stojkovic, il 1990 e un calcio che non esiste più.

Mi è sempre piaciuto il calcio jugoslavo, quel mix di talento e follia che ha sempre contraddistinto i suoi fuoriclasse. Quelle squadre che distribuivano numeri “10” in giro per il campo, perché ce n’erano troppi ed era impossibile tenerne fuori uno o due perché erano tutti troppo forti. Nel 1988, in particolare, rimasi folgorato da Dragan Stojkovic, che con la Stella Rossa e in coppia con Dejan Savicevic mise a ferro e fuoco la difesa del Milan, salvato in Coppa dei Campioni soltanto dalla nebbia e dai rigori. Rimasi tanto colpito da quel giocatore che ai Mondiali del 1990, più che per l’Italia di Vicini, mi ritrovai a tifare per la Jugoslavia di Dragan, certo, ma anche di Susic, Savicevic, Prosinecki, Vujovic, Suker. L’apoteosi con la Spagna, negli ottavi, e il dramma nei quarti con l’Argentina raccontarono tutto di quella nazione che già tremava e di quel calcio imprevedibile, tra magie e follia. Quella passione per gli slavi è poi diventata vero e proprio attaccamento dopo la guerra che li ha visti all’improvviso e terribilmente uno contro l’altro, che ha sciolto la Nazionale e l’ha trasformata in sei nazioni più piccole e, forse Croazia a parte, incompiute. Quest’estate, poi, ho deciso di andarli a vedere quei luoghi, di andare in particolare a Sarajevo, a mio parere la più jugoslava di tutte le città. E al ritorno, m’è venuta un’idea al fantacalcio: trasformare la mia Biagentus in Biagioslavia

Prendere, cioè, soltanto giocatori slavi nella mia rosa. Rifare la Jugoslavia e vincere, come avrebbe voluto l’allenatore Ivica Osim in quel Mondiale del 1990, per fermare la guerra alle porte. L’asta, nella mia lega “Gli Spacconi datati”, si fa a buste chiuse, online, perché viviamo in città diverse. Non è stato quindi facile distribuire al buio i 300 di budget solo sugli slavi, ma ci ho provato, fissando obiettivi prioritari perché volevo comunque vincere. Allora offerta importante per Dzeko, il bomber, e poi un super centrocampo con Perisic, Pjanic, Milinkovic Savic e Birsa. Rinuncio a Ilicic e a Kurtic. Punto su Ljajic, forse l’unico vero “10” slavo nel nostro campionato. Tento anche la sorpresa Jovetic e invece una discreta cifra, non troppo, su Kalinic ancora in forse tra Milan e Fiorentina. Rischio su Mandzukic, che l’anno scorso era andato via a poco e punto a mio parere tanto su Handanovic (30 crediti) e su Kolarov (16). All’apertura delle buste prendo tutti i più forti ma, dramma, con Mandzukic perdo proprio Handanovic (36) e Kolarov (25). In porta mi ritrovo solo Belec e in difesa sono scarso. Ho Kalinic, però, e decido di sacrificarlo offrendolo per ottenere Handanovic e Kolarov. Due al prezzo di uno: il portiere mi serve. Aggiudicato. Inizio poi una trattativa serrata per Mandzukic, ma non c’è verso di averlo. E allora ecco Budimir, Bajic e soprattutto Perica, la mia scommessa di stagione. Fine agosto mi porta via Jovetic ma per fortuna Strinic, Tomovic e Pavlovic cambiano squadra e la mia difesa è a posto con Zukanovic. Mi tolgo pure lo sfizio di prendere come terzo portiere Milinkovic Savic del Torino e Ajeti, svizzero-albanese ma di origini kosovare, per avere almeno un rappresentante di quella martoriata terra. Alla fine, ecco la mia Biagioslavia. P: 

Handanovic, Belec, Milinkovic Savic II; 

Kolarov, Strinic, Zukanovic, Basta, Pavlovic, Tomovic, Cesar, Ajeti; 

Perisic, Pjanic, Milinkovic Savic I, Birsa, Brozovic, Lazovic, Lulic, Badelj; 

Dzeko, Ljajic, Perica, Budimir, Pandev e Bajic. 

Ho 7 serbi, 6 croati, 6 bosniaci, 4 sloveni, 1 macedone e 1 kosovaro. Non ho il Montenegro, ma seguo con attenzione lo svincolato Marusic e magari lo compro a gennaio. Rimpiango un po’ Kalinic e mi manca tanto Mandzukic. Ma il mio centrocampo titolare mi riempie di orgoglio: Perisic (croato), Milinkovic Savic (serbo), Pjanic (bosniaco), Birsa (sloveno)… pare la Jugoslavia unita del 1990. Come va nella mia lega ? Dopo sei giornate sono primo in classifica a punteggio pieno!

Biagio - La mia Lega Fantagazzetta

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