Non più tardi di ieri, come abbiamo fatto negli ultimi sei giorni, eravamo qui a dibattere su quale potesse essere la formazione bianconera top degli ultimi 5 anni: quelli della vittoria, del pentascudetto, dei record e dei tifosi in festa. Ne è venuto fuori un 4-3-3 di assoluto valore, ma tutto sommato piuttosto facile da individuare, considerata l'ossatura base della Signora dell'ultimo periodo, che si è ripetuto e mantenuto tale anche nel passaggio di consegne da Conte ad Allegri.
Assai più complesso, in realtà, è individuare un'ipotetica formazione flop, considerato l'operato assolutamente mirabile di Marotta e della dirigenza tutta, capace di individuare sul mercato tutta una serie di giovani talentuosi, e soprattutto sostituire i partenti con scelte mirate e oculate. Nell'arco di 5 stagioni, però, ci sono ben 10 sessioni di calciomercato, e tutti, lavorando a ritmi frenetici come quelli del calcio, possono sbagliare: ecco perché, pur soffrendo, abbiamo preparato quello che potrebbe essere l'11 peggiore di questo ultimo quinquennio.
In porta, in effetti, abbiamo avuto molti dubbi. Il buon Rubinho ormai da anni è un secondo (o un terzo) di fiducia, ma quest'anno l'ex viola Neto non ha rispettato le aspettative. Non a caso a fine stagione la Signora potrebbe darlo via in prestito, e magari puntare su Sirigu o riportare a casa uno dei tanti giovani portierini attualmente in giro per l'Italia. Per questo abbiamo deciso di convergere su Alex Manninger, bianconero dal 2008 al 2012 e, nel finale della sua esperienza bianconera, oscurato dall'ottimo Storari oltre che, ovviamente, da Buffon. Proprio nella sua ultima stagione sotto la Mole, coi bianconeri fuori dalle coppe europee, l'austriaco venne relegato al ruolo di terzo e, pur non giocando neanche una partita, il 6 maggio 2012 vinse il suo (unico) titolo italiano.
Meno dubbi tra i difensori, che per simmetria con la formazione TOP 11 schieriamo a 4, sulla base del 4-3-3. In molti, all'epoca, sollevarono dubbi quando Marotta si fiondò alla corte dei cugini per strappar via dal mercato il capitano granata Angelo Ogbonna, nell'estate 2013 pagato ben 13 milioni di euro (più 2 di bonus). Il centrale, all'epoca anche azzurro, non riuscì mai effettivamente ad ambientarsi ed a rendere al meglio, pur totalizzando 41 presenze in due anni (comunque vincenti). Un anno fa il passaggio al West Ham per 11 milioni, senza rimpianto alcuno. Senza rimpianti se ne è andato da Torino anche Lucimar Ferreira da Silva, noto come Lúcio, arrivato in bianconero a 34 anni e dopo l'esperienza con l'odiata Inter. Arrivato a costo zero, ed andato via a costo zero (rescissione consensuale del contratto) dopo solo 4 mesi e sole 4 presenze ufficiali all'attivo, di cui una in campionato, due in Champions League e una in Supercoppa italiana. Unica presenza in campionato che comunque gli vale, formalmente, un pezzettino del titolo 2012-2013. Sulle corsie non possiamo non rifarci su due ragazzi che, in carriera, hanno fatto parecchie esperienze senza mai trovare una vera e propria dimensione: uno è Marco Motta, bianconero dal 2011 (24 presenze totale in campionato) e prestato più volte in giro per l'Italia. Oggi il 30enne terzino, dopo essere rimasto svincolato in estate, si è allenato per un periodo per non perdere la condizione atletica con il QPR, ed il 12 febbraio scorso è stato ingaggiato dal Charlton, militante in Championship. L'altro è Paolino De Ceglie, in estate protagonista d'una querelle di mercato che, alla fine, l'ha portato in Francia all'Olympique Marsiglia (dove, in realtà, le cose non vanno benissimo). In totale conta 100 presenze (e 2 gol) in campionato, oltre a due passaggi - Genoa e Parma - in cui sembrava potersi ritrovare. Nulla di fatto.
Anche a centrocampo abbiamo avuto parecchi dubbi. L'esclusione più pesante è stata quella di Milos Krasic, oggi al Lechia Danzica: nella sua prima stagione - non vincente, però - bianconera (2010-2011), però, realizzò ben 7 reti, e si dimostrò utilissimo nel ruolo di ala destra nel 4-4-2. Poi Conte passò al 4-3-3 ed il serbo, dalla cui cessione al Fenerbahçe comunque Marotta guadagnò 7 milioni, diventò un fantasma. Gli preferiamo di gran lunga Eljero Elia, oggi al Feyenoord: all'ultimo giorno di calciomercato della sessione estiva 2011, la Juve lo regalò a Conte, pagandolo 9 milioni all'Amburgo. L'olandese, all'epoca astro nascente del calcio orange, però, non convinse mai a fondo il mister leccese, che gli concesse solo 4 presenze in campionato, utili comunque a portare a casa il tricolore 2011-2012. A luglio 2012 l'addio, con la cessione al Werder Brema per 5,5 milioni più 2 di bonus. Dall'altra parte avremmo potuto piazzare lo sfortunatissimo Romulo, ormai da mesi e mesi alle prese con una lunga serie di infortuni che non gli hanno mai concesso di tornare ai livelli proposti nel Verona 2013-2014, ma abbiamo deciso di puntare su Mauricio Isla. Il cileno a Udinese aveva regalato prestazioni straordinarie, e vista anche la sua straordinaria duttilità (e la frequenza degli affari sull'asse Udine-Torino) Marotta lo prese in compartecipazione per 9,4 milioni, riscattandolo interamente due anni dopo per altri 4,5 milioni. Un totale di quasi 14, praticamente mai ripagati in campo. 30 presenze e 0 gol in campionato, ed i prestiti al QPR ed ora al Marsiglia, insieme a De Ceglie: a giugno, poi, si saprà il suo destino. In cabina di regia, invece, non abbiamo avuto dubbi: Hernanes, preso last minute in estate, non è stata una scelta azzeccata, considerato anche che, per averlo, sono stati pagati 11 milioni più due di bonus all'Inter. Sia da vice Marchisio che da trequartista il brasiliano non ha convinto, ed a fine stagione andrà via, probabilmente in direzione Guangzhou.
Chiudiamo con l'attacco, dove non abbiamo voluto infierire su Amauri, che virtualmente era in rosa nella stagione del primo dei cinque titoli, né tantomeno su Vincenzone Iaquinta, bianconero sia fino a gennaio 2012 che nel 2012-2013, esperienze inframezzate dal prestito al Cesena. Martoriato dagli infortuni, l'attaccante crotonese in quelle fasi della sua carriera non è mai sceso in campo, fino alla decisione del ritiro, nell'estate 2013. Con assoluta certezza, ci siamo rivolti invece su Nicolas Anelka, oggi tuttofare del Mumbai City. A fine gennaio 2013 la Juve lo prese a zero dallo Shanghai Shenhua: complessivamente in maglia bianconera giocherà solamente 3 partite, due delle quali in campionato, utili comunue a vincere il titolo 2013. Destino simile per il folkloristico Nicklas Bendtner, che ha recentemente rescisso il suo contratto con il Wolfsburg (e per il quale si parla anche d'un ritorno in Italia, destinazione Sampdoria). Il 31 agosto 2012 l'Arsenal lo prestò, pur in condizioni fisiche approssimative, alla squadra piemontese, in cui trovò pochissimo spazio (solo 9 presenze in campionato). Gli infortuni (polso e tendini) lo torturano, ma la squadra gira e lui, a fine stagione, vince il titolo e torna a Londra, dove viene messo ai margini della rosa ed a fine stagione lasciato libero. Chiudiamo con Pablo Daniel Osvaldo, altro "bad boy" capace di cambiare squadra praticamente ad ogni sessione di mercato: dopo il buon biennio alla Roma ed il passaggio al Southampton, l'italo-argentino a gennaio 2014 venne preso da Marotta in prestito semestrale, con un diritto di riscatto elevatissimo (18 milioni) che sembrava sin da subito difficile da esercitare. In campionato gioca 11 partite e segna un solo gol, l'11 maggio, proprio contro la squadra giallorossa. A giugno torna in Premier, da dove ripartirà, ancora in prestito, direzione Inter. Un contributo comunque minimale, ma utile per appuntarsi sul palmares il titolo 2013-2014, l'unico della sua carriera. E voi, chi avreste inserito in questa formazione?
Ezio Azzollini
