Ronaldo Luís Nazário de Lima, conosciuto semplicemente come Ronaldo, oggi fa 40. E qui su Fantagazzetta abbiamo deciso di ricordare la storia di uno dei più grandi e amati attaccanti della storia del gioco più bello del mondo andando a ripescare un nostro speciale pokerissimo di edizioni di "Memento", a lui dedicato. Iniziamo con i primi 3, a firma Fabrizio Scoglio, risalenti al 2011.   

GLI INIZI

RIO DE JANEIRO, 22 SETTEMBRE 1976. Nel povero bairro di Bento Ribeiro inizia la storia che ci terrà compagnia per le prossime settimane, il racconto di un bambino nato tra gli umili ma che avrebbe fatto strada fino a diventare il re del mondo calcistico.

Ronaldo è uno delle migliaia di giovanissimi che provano attraverso il calcio ad uscire dalla sofferente situazione che si ritrovano e inizia a dare i primi tiri al pallone con la scuola calcio del Valquiere in cui limita dall’età di 10 fino a 13 anni. Sin dall’inizio dimostra di essere dotato di un talento fuori dal comune e dopo una brevissima parentesi presso le giovanili del Social Ramos, approda a soli 14 anni nel vivaio del Sao Cristovao. E’ l’ex stella del calcio brasiliano Jairzinho, campione del mondo ai Mondiali del 1970, a scoprire Ronaldo e a proporlo prima – nonostante la giovanissima età – allo staff tecnico del settore giovanile della nazionale e poi a presentare il ragazzino ai più grandi club di Rio de Janeiro. Ma Ronaldo da subito dimostra di non aver bisogno di presentatori, ci pensa lui a mettersi in mostra nella maniera che più gli viene naturale: il gol. Sono ben 44 in 73 partite quelli che mette a segno nel triennio al Sao Cristovao ma a pesare ancora di più sono i ben 59 gol in 57 partite realizzate con la maglia della nazionale under 17, score questo che gli permette di essere ingaggiato presso le giovanili del ben più noto Cruzeiro all’età di 16 anni. Per Ronaldo giunge così l’ora di confrontarsi con i grandi del calcio brasiliano, è tempo di diventare grande.

BELO HORIZONTE, 3 GIUGNO 1993. Nella capitale dello stato brasiliano del Minas Gerais va in scena la finale di Coppa del Brasile tra Cruzeiro e Gremio. Dopo lo 0-0 dell’andata è il Cruzeiro ad aggiudicarsi la coppa grazie alla vittoria per 2-1 firmata Roberto Gaùcho e Cleison, il giovane Ronaldo non scende in campo ma di soddisfazioni con la squadra di Belo Horizonte soddisfazioni se ne è già tolte. Nella sua prima stagione con la nuova divisa Ronaldo realizza 12 reti in 14 partite di campionato più una in Coppa del Brasile, storica soprattutto la sua tripletta da appena diciassettenne nel sentitissimo derby vinto contro l’Atletico Mineiro per 3-1. La stagione successiva l’attaccante fa ancora meglio e totalizza 20 centri in 17 partite che gli valgono la convocazione per i Mondiali del 1994 negli Usa nonostante sia ancora diciassettenne. Ronaldo debutta in nazionale nel marzo dello stesso anno nell’amichevole vinta per 2-0 contro l’Argentina e la partita dopo segna la prima rete con la maglia verdeoro in una partita contro l’Islanda. Il Brasile guidato da Carlos Alberto Parreira dopo ventiquattro anni riporta il titolo mondiale in patria battendo in finale l’Italia ai rigori ma il ct non fa scendere in campo Ronaldo nemmeno per un minuto. Si rifarà con gli interessi. Curiosità vuole che all’epoca lui viene chiamato Ronaldinho per essere distinto dal compagno di nazionale Ronaldo Rodrigues de Jesus chiamato inizialmente Ronaldo e poi a sua volta Ronaldao per distinguerlo dal più giovane collega. E’ l’estate del 1994 e oramai è chiaro a tutti che Ronaldo a fine stagione approderà in Europa, dietro suggerimento del collega e amico Romario va ad accasarsi presso gli olandesi del Psv Eindhoven per una cifra di 6 milioni di dollari, la stessa squadra che aveva visto per l’appunto Romario protagonista dal 1988 al 1993. Ronaldo lascia così il suo Brasile da campione del mondo e dopo aver vinto anche una Coppa del Brasile, un titolo di Capocannoniere del Torneo Sudamericano per Nazionali Under 17, un premio come Capocannoniere della Supercoppa Sudamericana e infine un altro titolo di Capocannoniere del Campionato Mineiro del 1994 con 22 reti. Niente male per un ragazzo non ancora diciottenne.

L'ASCESA 

ROTTERDAM, 1 GIUGNO 1996. Allo stadio De Kuip di Rotterdam va in scena la finale della Coppa d’Olanda tra il Psv e lo Sparta Rotterdam, l’ultima partita di due anni indimenticabili di Ronaldo in Olanda. Quando arriva nei Paesi Bassi Ronaldo è sin da subito uno dei giocatori più attesi dell’Eredivisie, campionato dominato in quegli anni dall’Ajax della generazione d’oro di Van Gaal. Il Psv è una squadra in ricostruzione dopo che la stagione precedente aveva visto l’addio di Bobby Robson in panchina e lo sfortunato avvicendamento tra De Mos e Rijvers che avevano fatto concludere la squadra a dieci punti di distanza dall’Ajax campione. Con Ronaldo arriva al Psv Dick Advocaat, colui che aveva guidato la nazionale olandese ai mondiali statunitensi e che era stato battuto ai quarti di finale proprio dal Brasile del suo nuovo acquisto.

La prima stagione di Ronaldo in Eredivisie è devastante, lui già al primo anno conquista il titolo di Capocannoniere con 30 reti in 33 presenze raddoppiando di fatto le reti dei gioielli dell’Ajax Kluivert e Litmanen. Nonostante la caterva di gol del proprio cannoniere la squadra però fatica e si deve accontentare per l’ennesima volta del terzo posto a ben 14 punti dai “lancieri”. Da sottolineare la stagione perfetta dei rivali dell’Ajax che oltre a conquistare la allora Coppa dei Campioni ai danni del Milan concludono il campionato imbattuti e con soli 7 pareggi. La seconda stagione di Ronaldo al Psv è invece travagliata a causa di un infortunio al ginocchio che lo lascia fuori per gran parte dell’anno, cosa questa che sarà una triste costante negli anni ad avvenire. Nonostante giochi a mezzo servizio Ronaldo realizza ben 12 reti in 13 presenze di campionato che contribuiscono al secondo posto finale della squadra dietro tanto per cambiare all’Ajax. Ma è in Coppa d'Olanda che la squadra viaggia a mille e conquista una meritatissima finale.

Quel 1 giugno del 1996 a Rotterdam per la finale Ronaldo parte dalla panchina perché a lui Advocaat preferisce ancora una volta Nilis e il giocatore è stufo di continuare ad essere usato con il contagocce nonostante abbia recuperato dall’infortunio. Ronaldo entra in campo al 75’ al posto dello stesso Nilis, quindici minuti per congedarsi dai tifosi con l’unico trofeo vinto al Psv (per la cronaca la partita finisce 5-2 in favore del Psv) nonostante l’impressionante score di 55 reti in 57 presenze in due anni tra campionato e coppe. Era un Psv dotato di buone personalità come Cocu e altri e probabilmente Ronaldo avrebbe potuto vincere molto di più, sfortuna ha voluto che capitasse in Olanda nel momento in cui c’era l’Ajax dei fenomeni.

MIAMI, 21 LUGLIO 1996. Alle Olimpiadi di Atlanta il commissario tecnico della nazionale olimpica brasiliana Mario Zagallo convoca Ronaldo per andare in cerca di quell’oro mai conquistato nella storia del Brasile. Ronaldo accetta la convocazione e sulla maglia è costretto a portare il nome Ronaldinho per essere distinto questa volta da Ronaldo Guiaro, compagno due anni più anziano e a cui spetta portare il nome Ronaldo sulla divisa. Le olimpiadi si confermano inizialmente tabù per i carioca e all’esordio perdono a Miami per 1-0 contro il Giappone a causa di una rete di Ito nella ripresa. La squadra ha bisogno di una scossa e ci pensa Ronaldo a darla portando in vantaggio i suoi nella seconda gara contro l’Ungheria vinta per 3-1 dal Brasile. Ronaldo insieme al suo partner d’attacco Bebeto è l’assoluto protagonista di quel Brasile e nella terza gara del girone è ancora una sua rete a permettere di battere la Nigeria e far sì che il Brasile si qualifichi ai quarti. Sempre a Miami il Brasile si trova dinanzi ancora una volta un’africana – questa volta il Ghana – e Ronaldo ancora una volta è una furia segnando due reti e staccando tutti in vetta alla classifica marcatori. Il Brasile è lanciato verso la finalissima dove ad attenderla ci sarebbe l’Argentina e tutti sognano una finale storica contro la rivale di sempre ma c’è da battere prima nuovamente la Nigeria rivelazione di Kanu. La partita è di quelle vibranti e dopo il primo tempo il Brasile è in vantaggio per 3-1 ipotecando di fatto la finalissima. Nella ripresa avviene però l’harakiri brasiliano che permette prima a Ikpeba di andare sul 2-3 e infine a Kanu di segnare il gol del clamoroso pareggio al 90’. Nei supplementari è ancora Kanu a segnare e a mandare a sorpresa la Nigeria in finale contro l’Argentina, al Brasile non resta che la finale terzo posto dove furioso distrugge per 5-0 il Portogallo e ad aprire le marcature è come sempre Ronaldo. E’ l’estate del 1996 e Ronaldo ha vissuto in poche settimane la gioia per il successo in Coppa d’Olanda e la beffa delle Olimpiadi dove si è consacrato come assoluto protagonista della manifestazione. All’apertura del mercato è lotta a due tra Inter e Barcellona per accaparrarsi le prestazioni del giovane talento e a spuntarla sono i blaugrana per 17 milioni di dollari, cifra record dell’epoca battuta però qualche settimana dopo dal Newcastle per l’acquisto di Alan Shearer.

Diciassette milioni di dollari per un giocatore che è all’epoca appena ventenne ma che ha già raccolto il testimone lasciato da un altro grande del calcio mondiale: Marco Van Basten. E’ tempo così di una nuova sfida per Ronaldo. Il giocatore fino a quel momento ha passato alla grande tutti gli esami che si presentavano sul campo, dal Cruzeiro al Psv passando per la nazionale. Giunge però adesso l’ora di affrontare l’esame finale: il Barcellona, il Camp Nou, l’accademia del calcio.

LA CONSACRAZIONE

BARCELLONA, 25 AGOSTO 1996. Al Camp Nou va in scena la finale di Supercoppa di Spagna tra il Barcellona del neo-acquisto Ronaldo e l’Atletico Madrid che la stagione precedente aveva conquistato sia la Liga che la Coppa del Re. Arrivato a Barcellona per 17 milioni di dollari e la palma di acquisto dell’anno in Spagna, è il primo banco di prova per l’attaccante questa importante partita. C’è infatti chi è pronto a scommettere che il ragazzo ancora per poco diciannovenne non reggerà alla pressione di una piazza calda come quella blaugrana e milioni di spettatori curiosi si collegano da tutto il Paese per assistere all’evento. L’allenatore del Barcellona Robson decide di schierare Ronaldo dall’inizio in coppia con Stoichkov e il brasiliano non delude le attese. Al 5’ sblocca subito il risultato ricevendo palla sulle trequarti, sfuggendo dalla cerchia di tre avversari, saltandone uno con un supersonico dribbling e scaraventando di potenza il pallone con un tiro da fuori area alle spalle di Molina. Sono bastati cinque minuti a Ronaldo per conquistare il Camp Nou e le sue giocate portano il Barcellona sul 4-2 fino a che al’89’ decide di fissare la doppietta all’esordio e il 5-2 finale appoggiando comodamente in rete un assist di Giovanni al termine di una strepitosa progressione. E’ delirio al Camp Nou e nonostante l’1-3 incassato al ritorno a Madrid il Barcellona può sollevare il primo trofeo stagionale. E lo show è appena iniziato.

PARIGI, DICEMBRE 1996. La Spagna è letteralmente spaccata in due dalla macchina da gol Ronaldo che da subito prende il largo nella classifica cannonieri, quella che in Spagna viene premiata con il titolo di “Pichichi” dell’anno. Ronaldo sebbene abbia compiuto da soli tre mesi appena vent’anni, è già una stella consacrata a livello internazionale. Riceve infatti il prestigioso Fifa World Player (tuttora calciatore più giovane della storia a ricevere il premio) più che raddoppiando i punti di margine su George Weah e Alan Shearer, e il premio diCalciatore dell’Anno di World Soccer. Nonostante il pallone d’oro vada a Sammer è Ronaldo la stella mediatica del panorama calcistico internazionale, la sensazione di tutti è che sia in grado di aprire un’epoca.

FIRENZE, 24 APRILE 1997. All’Artemio Franchi di Firenze si gioca la semifinale di ritorno di Coppa delle Coppe tra Fiorentina e Barcellona ma soprattutto il duello tra i due attaccanti forse in quel momento più forti del pianeta: Batistuta contro Ronaldo. Il Barcellona in Spagna è impegnato nell’entusiasmante volata a due con il Real Madrid ma dà il massimo anche nelle coppe conquistando la finale di Coppa del Re mentre in Coppa delle Coppe a dividere la squadra dalla finale di Rotterdam c’è per l’appunto la Fiorentina. L’andata a Barcellona si era conclusa sull’1-1 grazie alle reti di Nadal e Batistuta ed è necessario pertanto vincere per i blaugrana. La Fiorentina fa una gara di copertura e Ronaldo viene bloccato da una copertura asfissiante, sfortuna vuole che il Barcellona abbia anche altre grandi individualità e così sul finire del primo tempo prima Fernando Couto porta in vantaggio gli spagnoli e cinque minuti dopo Guardiola con un magistrale calcio di punizione fissa il risultato sullo 0-2 all’intervallo. I due colpi sferrati sono fatali alla Fiorentina che non riesce a reagire e così Ronaldo può festeggiare l’accesso alla prima grande finale internazionale della sua carriera in mezzo a un Franchi in lacrime per l’impresa sfiorata.

ROTTERDAM, 14 MAGGIO 1997. E’ ancora l’Olanda a intrecciarsi con la carriera di Ronaldo, questa volta per un appuntamento importantissimo: la finale di Coppa delle Coppe tra Barcellona e Paris Saint Germain. La partita è l’atto finale di una stagione che ha visto Ronaldo come assoluto protagonista grazie alle sue 47 reti, sì proprio 47, in 49 partite. L’attaccante conquista il titolo di Pichichi con 34 reti davanti ad Alfonso Perez del Real Betis e Davor Suker del Real Madrid e vince anche la Coppa del Re battendo nella finale del Santiago Bernabeu di Madrid il Betis Siviglia per 3-2 al termine dei tempi supplementari. Il brasiliano però ancora una volta arriva secondo in campionato, stavolta è il Real Madrid ad avere la meglio di due punti (92 contro 90) e inizia a profilarsi per lui la maledizione scudetto. L’occasione per riscattarsi giunge con la finale di Coppa delle Coppe che vede il suo Barcellona favorito ed è proprio Ronaldo al 36’ del primo tempo ad assumersi la responsabilità di battere un calcio di rigore, il pallone va in rete alle spalle dell’indimenticabile Bernard Lama e grazie a questo gol il Barcellona festeggia la vittoria del trofeo. E’ grande gioia per la squadra e per Ronaldo che conquista così il suo primo trofeo internazionale. Sembra l’inizio di un grandissimo ciclo vincente ma non sarà così.

SANTA CRUZ DE LA SIERRA, 13 GIUGNO 1997. Dopo aver vinto tutto tranne il campionato contro il Barcellona, Ronaldo parte per la seconda estate consecutiva nel ritiro della nazionale brasiliana per provare a vincere il suo primo titolo da protagonista con i verdeoro (nel Mondiale del 1994 non era mai sceso in campo) dopo la delusione olimpica di Atlanta. La competizione è la Coppa America in Bolivia e l’esordio allo stadio Ramon Aguilera di Santa Cruz de la Sierra contro la Costa Rica è il primo banco di prova per la squadra. La partita finisce con un perentorio 5-0 e Ronaldo distrugge gli avversari con tre gol in tredici minuti a inizio ripresa portandosi subito in testa alla classifica marcatori. Nella successiva partita nonostante lo 0-2 iniziale il Brasile ha la meglio sul Messico per 3-2 ma Ronaldo non segna mentre nella partita finale del girone la squadra ottiene la terza vittoria su tre battendo la Colombia per 2-0 con reti di Dunga e “O’ Animal” Edmundo. Ai quarti contro il Paraguay Ronaldo riprende a frullare tutto e tutti e segna la doppietta che permette ai verdeoro di vincere 2-0 mentre la semifinale contro il Perù è un 7-0 che dalle parti di Lima ancora ricordano (stranamente Ronaldo non segna nemmeno una rete al festival del gol).

Il Brasile è il padrone assoluto della competizione e nella finale contro i padroni di casa della Bolivia arriva la sesta vittoria in altrettanti incontri grazie al 3-1 targato Edmundo, Ronaldo e Ze Roberto che riportano la Coppa America in patria dopo otto anni. Ronaldo conclude la classifica marcatori dietro al messicano Hernandez – che sarà altro grande protagonista l’anno dopo ai Mondiali di Francia – ma viene insignito del titolo di Miglior Giocatore del Torneo. E’ l’estate del 1997, Ronaldo a ventuno anni è la stella del calcio mondiale, con il Barcellona e il Brasile ha tutte le carte per vincere tutto, non potrebbe andare meglio. Iniziano invece a crearsi attriti con la società catalana, pomo della discordia è il rinnovo del contratto, cosa questa che il presidente Josep Lluis Nunez nega nonostante le prestazioni di Ronaldo in campo e iniziano ad aprirsi le prime crepe. Massimo Moratti che appena un’estate prima aveva visto il giocatore dei suoi sogni sfuggirgli sotto mano capisce che è il momento di portare finalmente Ronaldo all’Inter e inizia a intavolare con il club e il procuratore del brasiliano una trattativa che solo poche settimane prima sembrava impossibile. Ma quando Moratti ha un sogno da regalare ai propri tifosi è disposto a fare follie e decide così dato lo stallo della trattativa di pagare l’intera clausola rescissoria di 48 miliardi di lire al Barcellona e portare il giocatore – che già aveva l’appellativo “Il fenomeno” – a Milano. E’ il 25 luglio del 1997, una data che i tifosi interisti più adulti non dimenticheranno mai, il giorno in cui alle radio, alle tv, un po’ ovunque viene diramato l’annuncio ufficiale: il giocatore più forte del mondo è dell’Inter!

Ronaldo arriva a Milano accolto da una marea di tifosi in festa, per Ronaldo e per la Milano nerazzurra è tempo di sognare.

Ezio Azzollini