Quattro gol in quindici giorni: Adem Ljajic si è ripreso così la scena. Frenato da un infortunio (che gli ha fatto saltare tre gare), in questo avvio di stagione l’attaccante serbo ha saputo comunque ripagare chi ancora una volta ha puntato sul suo genio aggiudicandoselo in sede d’asta: 8.14 la fantamedia che lo pone tra i migliori di queste prime giornate. Dal giorno del rientro dopo il problema fisico, il numero 10 granata ha risparmiato le sue tre ex squadre: Roma (non ha giocato, solo panchina), Fiorentina e Inter; splendida doppietta invece al Barbera di Palermo prima dei gol che hanno regalato il pareggio per 2-2 con Lazio in casa (su rigore) e Udinese fuori nell’ultima uscita.
Un Ljajic che sta vivendo un momento simile a quello vissuto in maglia viola nel 2012/2013 con Vincenzo Montella in panchina. Anche allora fu capace di segnare quattro gol in quattro partite (dalla venticinquesima alla ventottesima con una doppietta all’Inter), ma le marcature furono addirittura 10 in totale nelle ultime 12 gare disputate. Sabatini, nell’estate 2013, non si lasciò quindi sfuggire l’occasione di acquistarlo: con la maglia della Roma non è riuscito mai ad essere vero protagonista; anche in giallorosso il suo miglior momento corrisponde ai quattro centri (con una doppietta al Sassuolo) in quattro gare realizzati tra l’undicesima e la quattordicesima giornate della stagione 2014/2015. Alla fine di quella stagione, con 8 gol, riuscì comunque ad essere il miglior marcatore romanista in campionato alla pari di Totti. Peggio ha fatto lo scorso anno in prestito all’Inter: solo 3 reti alla corte di Mancini.
Arrivato in granata a titolo definitivo (8,5 milioni versati nelle casse della Roma) dopo una lunga telenovela di mercato (lo voleva anche il Celta Vigo, lui aspettava la chiamata del Milan), potrebbe aver trovato con Mihajlovic la giusta continuità per esprimersi al massimo su un lungo periodo di tempo. Un calciatore della sua qualità non può temere la concorrenza degli altri esterni a disposizione del tecnico serbo. Mihajlovic lo ha già allenato nella stagione 2010/2011: l’ex Partizan Belgrado, arrivato nel gennaio 2010, ha esordito in Serie A con Prandelli, ma ha trovato i primi gol in Serie A (3 in quella stagione) proprio sotto la guida di Sinisa. Tra i due il rapporto non è stato però sempre rose e fiori: nella sua avventura da ct della Serbia (maggio 2012 – novembre 2013), Mihajlovic ha dovuto estromettere il giocatore dalle sue convocazioni per la scelta di quest’ultimo di non cantare l’inno nazionale.
Tutto risolto ora con l'allenatore che dopo la doppietta del suo numero 10 contro il Palermo dichiarava: “tutti hanno capito l’importanza di Ljajic: forse senza il suo infortunio saremmo anche secondi in classifica”. Con Belotti e Iago Falque, anche loro superlativi in questo avvio di stagione, il Torino può contare su un attacco completo e capace di far male a qualunque difesa. Il serbo classe ’91 può lasciarsi alle spalle la discontinuità che gli ha impedito di esplodere in maniera definitiva in una big, ha trovato la giusta dimensione per continuare a regalare bonus preziosi ai propri fantallenatori e rendere ancora grande il Toro.