Completa e fortissima la Top 11 dei nati nel 1961. Dalla sicurezza in porta di Zubizarreta, ai gol di Massaro, passando per la tecnica di Francescoli. A guidare tutti un leader nato come Lothar Matthaus.
Andoni Zubizarreta, 23/10/1961
Portiere basco tra i migliori negli anni '80 e '90, molto coraggioso nelle uscite. Ha iniziato con l'Athletic Bilbao, poi è passato al Barcellona, diventando il numero uno della squadra di Cruijff che vinse la Coppa dei Campioni nel '92 e perse in finale nel '94. Nel suo palmares anche sei campionati spagnoli, tre a Bilbao e tre a Barcellona, e una Coppa delle Coppe. E' stato il titolare della Spagna a quattro Mondiali, dall'86 al '98.
Joao Pinto, 21/11/1961
Bandiera del Porto, squadra che ha difeso per più di 20 anni, è considerato uno dei migliori terzini portoghesi. Con i dragoni ha vinto ben nove campionati e la Coppa dei campioni dell'87, da capitano per l'infortunio di Fernando Gomes. E' stato a lungo anche capitano della Nazionale del Portogallo, con 42 presenze su 70 con la fascia al braccio.
Guido Buchwald, 24/01/1961
Ottimo difensore centrale, il suo nome è legato alla vittoria nella Coppa del Mondo del '90 con la Germania. In finale è stato lui a marcare Maradona e lo ha fatto alla grande, contribuendo così alla vittoria tedesca e prendendosi una piccola rivincita dopo aver perso la finale di Coppa Uefa dell'89 contro il Napoli con il suo Stoccarda.
Danny Blind, 1/08/1961
Libero dalle ottime qualità tecniche e dalla grande capacità di leggere l'azione degli avversari, fu colonna dell'Ajax negli anni '80 e '90. Vinse con i lancieri tutte e tre le coppe europee, la Coppa delle Coppe nell'87, la Coppa Uefa nel '91 e la Coppa dei Campioni nel '95, le ultime due da capitano. A queste si aggiungono ben cinque campionati olandesi.
Sebastiano Nela, 13/03/1961
Detto Sebino, fu un tassello importantissimo nella Roma che negli anni '80 vinse lo Scudetto e arrivò in finale di Coppa dei Campioni. All'inizio giocava da terzino destro, poi fu messo a sinistra, dove si trovava più a suo agio, dopo l'addio di Maldera, ma ha fatto anche il centrale, come successo prprio nella finale con il Liverpool. velocità e forza fisica erano le sue armi migliori.
Lothar Matthaus, 21/03/1961
Giocatore trascinante, un fiume in piena, capace di giocare sia da regista che da difensore, tanto ampio è il suo bagaglio tecnico. Eccellente nel contrasto, forza da vendere, preciso nei lanci e con un tiro che non lascia scampo. La sua carriera è iniziata al Borussia Monchengladbach dove fa in fretta a diventare titolare ed essere chiamato in Nazionale con la quale vince gli Europei dell'80. Passa al Bayern Monaco dove si consacra come uno dei migliori al Mondo, sfiora la vittoria ai Mondiali '86 e poi passa all'Inter dove si prese la rivincita su Maradona vincendo lo Scudetto dei record nell'89. Ma il meglio arriva nel '90, con il Mondiale d'Italia. 10 sulle spalle, Matthaus è un giocatore totale e questa volta l'Argentina è battuta. Coppa del Mondo e meritatissimo Pallone d'Oro. Prima di concludere la carriera torna al Bayern Monaco e disputa il suo quindi Mondiale, un record.
Oleksandr Zavarov, 20/04/1961
Talentuoso centrocampista ucraino, uno dei figli di Lobanovsky, che lo ha paragonato a Maradona, fu punto fermo nella Dinamo Kiev e nella Nazionale Sovietica. Fu il miglior giocatore della squadra che vinse la Coppa delle Coppe nell'86 e fece molto bene anche agli Europei '88, persi in finale con l'Olanda. All'apertura delle frontiere passò alla Juventus, convinta di aver trovato l'erede di Platini. In verità l'adattamento fu difficile, un altro mondo per lui che doveva corrispondere quasi tutto lo stipendio alla Madre Patria e i risultati ne risentirono.
Carlos Valderrama, 2/09/1961
Famoso per il suo look con baffi e criniera bionda, Valderrama era un classico numero 10 sudamericano, uno di quelli che si faceva dare la palla e decideva da sè i tempi del gioco e poi si spegneva quando la palla non c'era più Piuttosto lento ma tecnicamente straordinario, abilissimo a mandare in porta i compagni, è considerato il miglior calciatore colombiano di sempre. Primatista di presenze con la Nazionale, partecipò da capitano a tre Mondiali tra il '90 e il '98.
Enzo Francescoli, 12/11/1961
El Principe. Giocatore dalla classe cristallina, inizialmente scartato dai due club maggiori di Montevideo, si sono poi mangiati le mani quando Francescoli ha vinto il campionato e la Libertadores con il River con valanghe di gol e assist. Si confermò a grandi livelli anche in Europa, con le maglia di Marsiglia, un campionato vinto in Francia, Cagliari e Torino. Grandissimo anche con l'Uruguay, partecipò a due Mondiali e a quattro Cope America, vincendone tre.
Ian Rush, 20/10/1961
Centravanti gallese dal gol facilissimo, a Liverpool dicevano: "Jesus saves, but Rush scores on a rebound", frase che veniva usata anche per Best. Con la maglia rossa in effetti i gol non macavano, 200 in sei stagioni che valsero quattro campionati e due Coppe dei Campioni. Acquistato dalla Juventus nell'87, le cose andarono piuttosto male e dopo un anno tornò al Liverpool, ma non fu più quello di prima e vinse solo un altro campionato.
Daniele Massaro, 23/05/1961
Giocatore che ha vagato per il campo, ha prima fatto il centrocampista alla Fiorentina, poi l'ala, poco, al Milan di Sacchi, sempre con buoni risultati. Poi la svolta con Capello che ne sfrutto la rapidità e l'intelligenza nei movimenti mettendolo punta, in un ruolo ricoperto fino ad allora da un certo Van Basten, al fianco di un fantasista come Savicevic. Divenne così Provvidenza Massaro, l'uomo che con i gol risolve le situazioni, proprio come nella finale di Champions League del '94 quando segnò una doppietta al Barcellona nello storico 4-0 di Atene.