Stamparne il cognome sulla maglietta ufficiale vi sarebbe costato 15 sterle, più di quanto avreste speso se il vostri idoli fossero stati Stelios Giannakopolous, Bastian Schweinsteiger, Zurab Khizanishvili, Andrés Guglielminpietro e sì, persino Tahina Randriamananantoandro, centrocampista madagascarese ex Ajaccio. Certo, sulla t-shirt vi sareste trovati cose come Guly o Randria, ma non in questo caso, non quando possiedi il cognome più lungo del calcio europeo e d'abbreviarlo non ne vuoi sapere, anzi, contatti personalmente tv e giornali intimando di batterlo per intero, senza tagli. Eccesso di zelo narcisista? Nemmeno per sogno, se all'anagrafe fai Johannes "Jan" Vennegoor of Hesselink.

 

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NOBILTA' - Johannes, corrispettivo tedesco di John e quindi Giovanni, significa 'Dio è stato misericordioso', confermiamo: 190 centimetri per 92 chilogrammi di potenza venuti alla luce in quel di Oldenzaal il 7 novembre 1978, a pochi passi da Enschede, sede del Twente, ma anche patria dei Buffoons e di Erik Akkersdijk, ex campione del mondo nella risoluzione del Cubo di Rubik. Per rispondere al quesito sul cognome, tanto altisonante quanto prolisso, dobbiamo viaggiare nel tempo: nel XVII secolo due famiglie contadine olandesi decisero d'unire le rispettive casate con un matrimonio, ma fu così difficile stabilire chi, fra i Vennegoor e gli Hesselink, avesse maggior prestigio sociale, che si decise di tramandare alla prole entrambi i cognomi, coniando così una nuova casata, quella dei Vennegoor of Hesselink (in olandese la particella 'of' si traduce con 'o, oppure').

 

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TUKKERS & CONTADINI - Geograficamente avvantaggiato, la carriera di Vennegoor of Hesselink decolla da minorenne nel Twente: coi Tukkers passerà 5 stagioni fatte di 75 gol tra coppa e campionato (più un gol in Coppa Uefa, datato 30 settembre 1997 in trasferta al Lillestrom) ed una KNVB Cup vinta all'ultimo respiro, prima del tradimento e relativo trasferimento ai Boeren (contadini) del Philips Sport Vereniging (PSV) di Eindhoven. Al Philips Stadion Jan s'esalta: in Eredivisie segna 22 reti al primo anno, in coppia con Kezman fa faville ed i tifosi gli dedicano un coro sulle note della hit dance del momento, L'amour toujours del maestro Gigi D'Agostino. Coi biancorossi mette paura al Milan in Champions League, vince tre volte il campionato, due coppe nazionali ed una supercoppa, prima di fare i bagagli migrando in Scozia il 24 agosto 2006: 3.4 milioni di sterline nella casse olandesi e tre anni di contratto per Jan.

 

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HOOP TILL I DIE  - Due giorni dopo aver firmato il contratto VoH fa il suo esordio in Scottish Premier League entrando dalla panchina e segnando il decisivo gol del 2-1 contro gli Hibs. La prima stagione è un successo, i Bhoys mettono in bacheca campionato, coppa nazionale e Vennegoor of Hesselink segna 18 reti in 30 apparizioni, tra cui una tripletta al St. Mirren ed un gol all'Old Trafford contro Sir Alex. I 60'000 del Celtic Park gli entrano nel cuore mentre Stephen McManus e Gary Caldwell l'aiutano ad ambientarsi trasmettendogli la passione biancoverde, Jan diventa così malato di Celtic e ne parla come un'infezione che non ti lascia mai. In coppia con Scott McDonald segna 51 gol stagionali facendo concorrenza ai Calypso Boys, si toglie lo sfizio di segnare al Barça un gol (finirà 2-3 per i catalani)  e castiga gli odiati Rangers nell'Old Firm del 16 aprile 2008 al novantesimo col suo pezzo forte: il colpo di testa. L'ultima stagione è strana, Jan segna poco ed il Celtic perde il campionato all'ultima giornata pareggiando 0-0 con gli Hearts. Nel 2010 VoH parlerà per la prima volta del suo passato al Celtic tramite il SundayHerald, rivelando tutto il suo amore per il club scozzese: Jan ricorda l'atmosfera surreale nello spogliatoio dopo quella partita, il mancato lieto fine, il rinnovo che mai arrivò, gli addii di Hartley e Nakamura. 'Sembrerò magari un po' romantico, ma porterò per sempre il Celtic nel cuore'.

 

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TIGRI, VIENNA & NOSTALGIA - Svincolato, Jan, accostato anche a Roma e Lazio, firma con l'Hull City e retrocede a fine stagione, non prima d'esser diventato Jantastic, il 49esimo olandese a segnare in Premier League. L'anno successivo cambia aria e s'accorda per un biennale col club più popolare d'Austria, il Rapid Vienna, ma l'amore dura poco. In Austria non si trova ed ha nostalgia del calcio britannico: 'in Gran Bretagna prendi un giornale e parla di calcio, poi vai in seconda pagina e trovi calcio, sfogli sfogli e sfogli e leggi sempre di calcio... in Austria si parla di calcio, ma quando inizia l'inverno parlano di sci'. Così capisce che Vienna gli sta stretta, gli mancano i boati del Celtic Park (rivale del club viennese) ed addirittura le passeggiate, durante le quali la gente l'assillava per foto ed autografi. Dopo qualche infortunio Jan lascia il Rapid (segna l'ultimo gol europeo a Sofia in Europa League) e torna al PSV per chiudere la carriera col botto, segnando il gol valevole per la qualificazione in Champions League all'ultima giornata contro il NEC Nijmegen. La reazione dei tifosi? I'll fly with you...

 

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PLAY STATION - Ritiratosi il 15 maggio 2012, VoH è uno di quei calciatori poco appariscenti, tutto lotta, gomitate e colpi di testa che con la sua nazionale ha messo insieme la miseria di 17 presenze e 3 reti tra amichevoli, Mondiali 2006 ed Europei 2008. Eppure io ricordo i tornei alla Play Station con gli amici a Pes 2009 e le lotte per accaparrarsi Real Madrid, Milan, Juventus, c'era addirittura chi sceglieva l'Olanda Classica di Cruijff e Van Basten; uno tra noi, invece, giocava sempre in biancoverde passando unicamente la palla al suo numero dieci, Vennegoor of Hesselink (o Felebuum, per chi era sprovvisto di patch coi nomi reali), facendone quasi sempre il capocanoniere della serata. Questo è quel che è stato Vennegoor oppure Hesselink, o forse tutti e due...

 

Alan Bisio

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