Ci sono storie che i giornali ti raccontano perché della privacy dei calciatori se ne fregano. Ci sono altre storie poi, quelle che i media tacciono, e per farti un'idea devi andare in libreria ed acquistare un Carlo Petrini. Puoi navigare per ore sul web a caccia di notizie, a digitare nomi e date: la reticenza porta a curiosità e la curiosità porta a Bari nel 1999. Raccomandato dal cugino di Kanu, e qui Elio e le Storie Tese potrebbero dire la loro, viene presentato in Italia dal club di Vincenzo Matarrese il 23 giugno nella stessa estate in cui Simutenkov torna alla Reggiana ed a Venezia sbarca la meteora Hiroshi Nanami. Lo chiamano l'uomo dal tiro che uccide, merito di quel sinistro erculeo capace di cappottare tutti i portieri della Premier Soccer League sudafricana e consegnare due scudetti consecutivi al Mamelodi Sundowns.
VIRUS - Raphael Ndukwe Chukwu, però, è solo ospite in Sudafrica, poiché prima di passare ai brasiliani del Mamelodi, nasce calcisticamente in Nigeria tra Enyimba, Udoji United e Shooting Stars. Con la stagione 1999/2000 alle porte, il nostro bomber è pronto per le visite mediche, ma, ernia addominale a parte, qualcosa va storto. Chukwu sceglie di curarsi in Africa e tornare in Italia solo due mesi dopo, a sorpresa: l'aspettano il presidente Matarrese, il direttore generale Regalia, il dottor De Nicola ed il compagno Phil Masinga, chiamato a far da interprete al possente nigeriano; gli si richiede la visita d'idoneità sportiva, che lo stesso attaccante rifiuta. Il mistero s'infittisce ed è già chiaro si tratti di qualcosa di più grosso, qualcosa da nascondere, materiale pericoloso, maneggiare con cura. Nel frattempo il vecchio club non collabora, fa orecchie da mercante, forsa sa ma non ha detto, intascando avidamente la prima rata del pagamento dell'allora ventiquattrenne (nella foto al centro), sempre più amareggiato.
PACCO - Il nefasto responso della visita medica manda in tilt i Galletti, che senza pensarci troppo rispediscono Raphael in Sudafrica; chissenefrega se Magic poteva palleggiare e Freddie cantare, Chukwu a Bari non può giocare. C'è di peggio: in Serie A non sarebbe la prima volta. Allora che succede? Ci pensa la Fifa, che stuzzicata dal procuratore del giocatore mette spalle al muro il club pugliese: 'non va discriminato, ma protetto, non può essere licenziato, va reintegrato'. Sì, beh, ok, ma il club aggira la regola: Chukwu resta a libro paga del Bari, ma giocherà in Sudafrica tutta la stagione, continuando a segnare senza partecipare allo storico abbraccio Cassano-Enyinnaya contro l'Inter. Nel frattempo i Biancorossi retrocedono in B, cambiano allenatore ed, udite udite, richiamano Chukwu a preparazione estiva completata. Sciannimanico stravede per il nigeriano e nell'agosto 2001, due anni dopo il suo arrivo in Italia, il bomber regala in amichevole un assist al redivivo Spinesi, poi segna fra tre avversari denotando ottime qualità tecniche a dispetto dell'enorme mole.
"I motivi che, a suo tempo, avevano portato la società a richiedere la sospensione del tesseramento del calciatore devono ritenersi del tutto superati alla luce dell' esito positivo delle prescritte visite di idoneità alla pratica sportiva agonistica a cui il calciatore si è sottoposto"
[comunicato stampa della società AS Bari del 10 luglio 2001]
SUPER EAGLES - Flashback: la chiamata del Bari fu presumibilmente dovuta all'ottima Coppa d'Africa disputata da Chukwu nel 2000, arrivando addirittura a segnare un gol nella sfortunata finale di Lagos contro il Camerun di Eto'o, Foé, Wome e Patrick Mboma. Era la Nigeria dei vari Ikpeba, Babangida, Lawal, Okocha, Taribo West, Oliseh, allenata dall'olandese Johannes Bonfrère; sotto 2-0 a pochi istanti dall'intervallo, Kanu pesca Chukwu in area, controllo, sinistro preciso sul secondo palo ed esultanza contenuta (minuto 4'05" nel video qui sotto). Nella ripresa l'ex barese fu sostituito da Aghahowa e nonostante la magia di Jay-Jay Okocha, utile a fissare il risultato sul 2-2, le Super Aquile dovettero alzar bandiera bianca ai calci di rigore.
EMOFOBIA - Pronto per l'esordio in Serie B nonostante lo scetticismo di molti tifosi che espongono striscioni del tipo "Doudou, Chukwu...le mùrte tù!" (esponevano pure 'voi a piedi, noi Collauto', ma questa è un'altra storia...), il nigeriano segna l'unico gol in campionato coi Galletti nel dicembre 2001 contro l'Ancona, dribblando il portiere. Ne avrebbe segnati di più se un fastidioso infortunio muscolare non l'avesse costretto all'infermeria. Accettato dai compagni grazie agli incontri proposti dalla società sul terribile e presunto male, quella stagione medici e fisioterapisti iniziarono ed utilizzare guanti in lattice protettivi, con tutti, naturalmente, per rendere meno assente quello sguardo rivolto ai semi di palma di Aba, meno pesante quella solitudine aggravata da una donna lontana ed una famiglia, in Africa, occupata a lottare con la povertà. Chukwu segnerà pure il gol del 4-1 in Coppa Italia contro l'Udinese nel 2002, sotterrando Jankulovski e Renard con una prepotente incornata. Dello stesso anno si ricorda un altro episodio spiacevole, come se la sorte ce l'avesse con lui, come se la sua fede fosse costantemente messa alla prova dagli eventi. Luglio, a Johannesburg il taxi su cui viaggia Chukwu viene intercettato da due rapinatori, capaci di sparare al conducente e saccheggiare il nigeriano, che tarderà a raggiungere il ritiro del nuovo Bari di Attilio Perotti, un altro che nel lungagnone triste ha sempre creduto.
"Ti dirò, è buffo, perché l'unico momento in cui ci penso è quando devo prendere le mie medicine due volte al giorno"
[Magic Johnson]
SIPARIO - Nel mercato invernale 2003 Chukwu passa al Çaykur Rizespor in prestito con diritto di riscatto; nella A turca segna 4 gol in 11 presenze, ma viene ugualmente snobbato dagli Sparvieri del Mar Nero, che non lo riscattano rispedendolo a Bari. La Fifa, prima sospende il nigeriano a tempo indeterminato, poi ritira la sentenza e gli permette di tornare agli amati Mamelodi Sundowns. Qualcuno dice si sia ritirato dall'attività agonistica nel 2005, e da allora più nessuna notizia è filtrata dagli ambienti sudafricani.
Questa era la breve storia di Raphael Chukwu, il Treno, l'uomo dal tiro che uccide, il talento nigeriano mai esploso, il bomber dagli occhi tristi che doveva guardarsi più dai raffreddori che dai problemi muscolari, o forse dall'ipocrisia degli addetti ai lavori.
Alan Bisio